Il I gruppo della Guardia Di finanza di Genova ha scoperto che 14 persone percepivano indebitamente la pensione di parenti deceduti

11 febbraio 2013: FONTE-GdF Comando Provinciale di Genova-

Sono stati conclusi, nei giorni scorsi, gli accertamenti avviati dal I Gruppo della Guardia di Finanza di Genova, in collaborazione con la locale Direzione Provinciale dell’INPS, riguardanti l’indebita percezione di pensioni, riferibili a persone decedute, negli anni dal 1990 al 2011.

Le indagini sono state sviluppate attraverso “incroci” di dati, analisi documentali e sopralluoghi, verificando, altresì, l’esistenza dei presupposti, stabiliti dalla legge, per l’eventuale spettanza della pensione di reversibilità delle persone defunte, costituiti, in estrema sintesi, dall’essere coniuge, figlio (figlia) o nipote minore ovvero genitore ultra sessantacinquenne o fratello (sorella) inabile al lavoro e, in ogni caso, fiscalmente a carico del defunto.

Nella prima fase delle indagini, concluse nel 2012, erano stati individuati due casi di macroscopica illegalità: quello di un figlio, emigrato all’estero, che continuava a percepire la pensione della mamma, morta da oltre 20 anni, avendo attestato falsamente, anche in anni recenti, l’esistenza in vita della congiunta e quello di una signora, che continuava a percepire, senza averne diritto, la pensione della madre, comprensiva dell’indennità di reversibilità del marito, scomparso da oltre 40 anni.

Sono stati scoperti, inoltre, sempre nella prima fase dell’indagine, altri sei soggetti, che percepivano indebitamente l’assegno sociale, dichiarando falsamente di avere la residenza in Italia, condizione, quest’ultima, costituente uno dei presupposti, oltre all’età di 65 anni ed una modesta redditualità, per poter beneficiare della specifica agevolazione; in particolare, gli interessati erano emigrati all’estero da diversi anni, in paesi sudamericani.

Nella seconda parte delle indagini, appena terminate, sono state scoperte ulteriori, macroscopiche condotte truffaldine, riguardanti: in tre casi, persone che percepivano la pensione dei genitori, ed, in un altro, quella dello zio, senza alcuna legittimazione, avendo omesso, altresì, di comunicare il decesso dei parenti, morti tra il 1996 ed il 2011, all’Ente previdenziale; in altri due casi, nipoti che percepivano, da oltre 15 anni, la pensione dei nonni deceduti, a fronte di attestazioni false circa la loro minore età, presentate dai genitori, all’atto del decesso del parente.

In uno dei casi ultimamente perseguiti, la persona responsabile della truffa è stata colta, in flagranza di reato, mentre riscuoteva le pensione presso uno sportello bancario.

I responsabili, in totale 14, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

L’INPS ha provveduto a bloccare l’erogazione delle pensioni in questione.

In definitiva, l’indagine, intesa nel suo complesso, ha portato a quantificare in 740mila euro l’importo delle pensioni indebitamente percepite.

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