Irregolarità nei lavori degli scavi di Pompei

05 febbraio 2013: FONTE-Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata (NA)-

Nella mattinata odierna, a seguito degli sviluppi investigativi sui lavori eseguiti all’interno dell’area archeologica di Pompei nel periodo di “gestione commissariale”, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli, coordinate e dirette da questo Ufficio, hanno eseguito 5 misure cautelari.
I Finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno, infatti, dato esecuzione a:
– 1 ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Caccavo Annamaria, rappresentante legale della “CACCAva S.r.l.” di Salerno, indagata per i reati di concorso in abuso di ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato;
– 3 misure cautelari del divieto di esercitare l’attività professionale nei confronti di:
a. Guariniello Lorenzo, ingegnere, progettista esterno della struttura commissariale per le opere finalizzate al rilascio dei certificato prevenzione incendi;
b. Prezioso Vincenzo, ingegnere, progettista esterno per le strutture;
c. Costabile Antonio, ingegnere, progettista esterno per gli impianti elettrici,
tutti indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e truffa ai danni dello Stato;
– 1 sanzione interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione nei confronti della CACCAve S.r.l., società affidataria di alcuni lavori all’interno dell’area archeologica nel periodo di gestione commissariale;
– il sequestro preventivo ex artt. e 321 c.p.p. di tutti i beni nella disponibilità permanente dell’indagata CACCAva Annamaria fino alla concorrenza della somma di 810.788,42 Euro.
Sono, altresì, indagati, Marcello Fiori – ex commissario straordinario per l’emergenza nell’area archeologica degli scavi di Pompei – per abuso d’ufficio continuato e Luigi D’Amora direttoredei lavori nel periodo di “gestione commissariale”- per i reati di abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato.
Nei loro confronti è stata richiesta la misura della sospensione dal pubblico ufficio ricoperto.
Con l’operazione odierna, questo Ufficio, con la collaborazione della Guardia di Finanza, ha ricostruito le “anomale” modalità con cui sono stati affidati taluni contratti relativi ai lavori eseguiti nell’area archeologica di Pompei a seguito della dichiarazione – nell’anno 2008 – dello stato di emergenza scaturito dalla situazione di grave pericolo in cui versava il patrimonio storico-artistico presente all’interno degli scavi, che portò alla nomina, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di un “commissario delegato per l’emergenza”.

Il compito del “commissario” era quello di dare attuazione alle misure necessarie per la messa in sicurezza e la salvaguardia dell’area archeologica e, quindi, di occuparsi della realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria occorrenti per impedire il degrado dei beni archeologici e consentire la piena fruizione ai visitatori.
La complessa attività investigativa svolta ha riguardato, in particolare, l’esecuzione dei “lavori di restauro, sistemazione e successivo allestimento scenico del Teatro Grande ODEION e del Quadriportico dei Gladiatori”; intervento che ha comportato una spesa per oltre 8 milioni di euro.
In tale contesto, sin dalle prime fasi delle indagini, sono emersi profili di illegittimità in ordine all’utilizzo, da parte della “gestione commissariale”, di procedure “derogatorie” nell’affidamento dei lavori, rispetto alla normativa sull’evidenza pubblica. L’esercizio del potere di deroga, infatti, secondo quanto previsto dalla normativa “emergenziale”, era ammesso solo in caso di sussistenza di alcuni requisiti quali ”l’indispensabilità” e la “specifica motivazione”. Inoltre, tale regime poteva essere attuato solo in presenza di circostanze “impreviste”, “imprevedibili” ed esclusivamente per la realizzazione di opere complementari all’appalto principale, a condizione che le stesse non superassero il 50% dell’importo complessivo
dei lavori.
Ulteriore criterio sancito dalla normativa era rappresentato dall’obbligo di affidamento di tali opere al medesimo operatore economico affidatario dei lavori originari. A fronte di tali specifiche previsioni normative, dalle indagini sono emerse opere, affidate alla Caccavo S.r.l., che non potevano r.entrare nel regime “derogatorio” in quanto l’importo originario dell’appalto relativo ai suddetti lavori è risultato pari ad € 449.882,00,
mentre l’importo delle opere “complementari” è risultato pari ad € 4.840.000,00 di gran lunga superiore alla predetta soglia del 50%; tali opere “complementari” sono risultate affidate ad soggetto giuridico diverso da quello originario;
si è trattato comunque di opere non indispensabili, né tantomeno impreviste o imprevedibili, in quanto non relative alla messa in sicurezza e alla salvaguardia del complesso archeologico, ma relative ad interventi per l’allestimento di strutture e
l’acquisto di attrezzature mobili per spettacoli teatrali.
Oltre alla fase di assegnazione dei lavori, anomalie sono state riscontrate nella fase esecutiva degli stessi, in relazione ai prezzi addebitati dalla Caccavo S.r.1. alla struttura commissariale per l’acquisto di materiali e di numerosi beni, utilizzati per l’esecuzione dei suddetti lavori. Si sono, infatti, addebitati alla struttura commissariale somme “artatamente” gonfiate e le opere sono risultate difformi e di qualità inferiore rispetto a quanto documentato e addebitato alla struttura commissariale.
Ulteriori responsabilità sono emerse dalla disamina delle certificazioni attestanti il regolare stato di avanzamento dei lavori, nonché la conformità e la regolarità nell’esecuzione degli stessi.

Condividi

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sponsor

Articoli correlati