Guardia di Finanza: non versa somme alla ASL. Ginecologo denunciato per peculato e truffa a danno del servizio sanitario nazionale.

20 gennaio 2013: FONTE-GDF Comando Provinciale di Perugia-

Si inquadra in un contesto di incrementata sensibilità dell’opinione pubblica verso le tematiche della spesa pubblica in generale, l’attività svolta dai finanzieri della Compagnia di Perugia finalizzata alla repressione dei più gravi fenomeni di frode e mala gestio delle risorse pubbliche.

In particolare, secondo quanto accertato dai militari delle “fiamme gialle” perugine anche sulla base della preziosa collaborazione fornita dai competenti uffici della ASL di riferimento, un medico ginecologo dipendente della stessa era stato autorizzato a svolgere l’attività libero professionale presso la relativa struttura pubblica in regime di “intramoenia”, in base alla quale il medico poteva erogare visite specialistiche, usufruendo del personale e degli spazi della struttura pubblica, nei confronti di pazienti che effettuata la prenotazione tramite CUP avevano già effettuato il pagamento del relativo ticket; successivamente la USL avrebbe corrisposto al medico la quota di sua spettanza.

Tuttavia lo specialista, in alcuni casi debitamente accertati, ha ricevuto il paziente direttamente presso l’ambulatorio, senza la preventiva prenotazione CUP, e dunque senza che la USL ne fosse a conoscenza, intascando così direttamente dalle mani del paziente la somma relativa alla visita effettuata.

 

 

 

Tale condotta ha causato un danno economico alla USL che non ha incassato le somme di propria spettanza corrispondenti a circa la metà dell’importo della visita. La ricostruzione dei fatti è stata possibile a seguito di un’attenta attività di osservazione ed appostamento, condotta nei pressi dell’ambulatorio medico, che ha consentito ai finanzieri di identificare i pazienti che avevano usufruito della prestazione specialistica e dal successivo incrocio dei dati acquisiti presso la banca dati CUP, nella quale i pazienti non risultavano censiti.

Con tale condotta lo specialista ha anche violato il rapporto di esclusività con la propria Azienda sanitaria, per la quale lo stesso ha percepito la relativa indennità. Il danno complessivamente causato alle casse della USL ammonterebbe a circa € 37.000.

 

Il ginecologo è stato così denunciato alla Procura della Repubblica di Perugia con l’accusa di peculato e truffa a danno del servizio sanitario nazionale e per lo stesso è scattata anche la segnalazione alla Corte dei conti per il recupero delle somme in relazione alla causazione del connesso danno erariale.

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