Lotta alla contraffazione nel settore dell’abbigliamento operazione “omnia venalia”

18 gennaio 2013: FONTE-GdF Comando Provinciale di Vicenza-

Il 16 gennaio scorso, la Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza, all’esito di una complessa indagine coordinata dalla dott.ssa Antonella Toniolo della locale Procura della Repubblica, ha attivato su tutto il territorio nazionale più di 200 finanzieri impegnati nell’esecuzione di oltre 70 perquisizioni nei confronti di circa 50 indagati tra produttori, importatori e commercianti all’ingrosso e al dettaglio di abbigliamento e accessoristica contraffatti. L’intervento ha permesso di sequestrare un laboratorio industriale sito nel bergamasco e due automezzi, tramite i quali i membri dell’organizzazione producevano e trasportavano decine di migliaia di pezzi alla settimana, alimentando un’ampia rete di mercati all’ingrosso e al dettaglio in diverse parti del territorio nazionale.

Sono stati anche sequestrati oltre 230 mila pezzi – a cui devono sommarsi i circa 100.000 già oggetto di sequestro nel corso dell’indagine – tra capi d’abbigliamento (pantaloni, maglie, giubbotti, camicie, costumi da bagno e scarpe) ed accessori (borse, portafogli, foulard, cinture) falsi, cui si devono aggiungere macchinari, attrezzature e vari cliché utilizzati per la produzione, sia di natura artigianale che su larga scala. In particolare, in una delle principali “fabbriche” produttive site nel bresciano, è stato individuato un caveau utilizzato per custodire stampi e attrezzature di ingente valore per la riproducenti noti marchi di alta moda, oltre che ad un considerevole numero di pezzi già prodotti, pronti per essere immessi nel circuito illegale. Tra le griffe maggiormente interessate, figurano quelle di note case di alta moda, quali Louis Vuitton, Burberry, Fendi, Gucci e diverse altre, oltre a marchi per l’abbigliamento sportivo, tra cui Nike e Adidas.

Le indagini delle fiamme gialle, avviate già nel 2011 e supportate da intercettazioni telefoniche, sistemi di rilevamento satellitare GPS e telecamere nascoste, hanno messo a nudo un’intricata rete di rapporti tra cittadini di varie etnie, ciascuna specializzata in uno specifico comparto della filiera illegale.

Oltre ai flussi di merce falsa proveniente da Stati esteri “caldi” quali Cina, Grecia e Turchia, sono stati individuati poli produttivi situati in Campania e in Lombardia. In quest’ultima Regione, i militari hanno scoperto – a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia nelle zone ricomprese nel “distretto del ferro” – una rete criminale (capeggiata dai napoletani O.V. e G.A., rispettivamente di anni 47 e 65) specializzata nella produzione di fibbie, etichette, bottoni e parti metalliche in genere, destinate all’assemblaggio di capi di vestiario ed accessoristica. L’illecita attività produttiva ha permesso a questo sodalizio, in un solo mese d’indagine, di incassare oltre 300mila euro. Lo smantellamento dell’organizzazione lombarda ha – di fatto – bloccato il flusso di approvvigionamento della componentistica verso le zone di produzione (l’area del napoletano) dei capi d’abbigliamento e dei relativi accessori, tutti contraffatti, poi rivenduti nei maggiori mercati del meridione.

Sul fronte della commercializzazione, è stato individuato e disarticolato un vero e proprio “cartello” delinquenziale, costituito esclusivamente da persone italiane, capeggiato da un soggetto campano, D.P.A. di anni 43, residente nel basso vicentino. Quest’ultimo, approvvigionandosi da grossi produttori e importatori partenopei, poneva in vendita ingenti quantità di merci contraffatte per il tramite di bancarelle nei mercati rionali e di negozi del Veneto (in particolare, nelle province di Vicenza e Verona), ingannando numerosi clienti convinti di acquistare prodotti originali messi in vendita in negozi che si presentavano all’occhio dell’acquirente non attento come outlet di merce griffata.

Il volume d’affari annuale dell’intera organizzazione criminale, come accertato durante la fase delle indagini tecniche, è quantificabile in un totale di circa 6 milioni e 500mila euro, tenuto anche conto dell’abitualità con cui gli indagati, da anni, esercitavano l’illecita attività in argomento. Si tratta di un giro d’affari per la gran parte posto in essere da soggetti economici completamente sconosciuti al Fisco, che fa di tale attività illecita la principale o unica fonte di sostentamento.

L’operazione portata a termine dalla Guardia di Finanza di Vicenza costituisce un importante contributo all’incisiva attività svolta dal Corpo nello specifico settore, come da ultimo riconosciuto dal vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, che nell’ambito di un recente incontro con il Comandante Generale della Guardia di Finanza ha sottolineato come nel 2011 la Guardia di Finanza, unitamente all’ Agenzia delle Dogane e ai Monopoli, abbia sequestrato il 90% dei prodotti contraffatti ritirati nell’intera Unione Europea.

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