Fonte: english.almayadeen.net
L’esercito israeliano si trova di fronte a un diffuso rifiuto tra i riservisti di impegnarsi in combattimento e l’urgente necessità di quadruplicare la presenza di truppe a Gaza.
L’esercito di occupazione israeliano si è astenuto dall’emettere ordini di chiamata alle armi ai riservisti che hanno dichiarato il loro rifiuto di partecipare ai combattimenti, per la preoccupazione che non avrebbero rispettato le istruzioni militari, ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz, citando fonti militari.
Il giornale ha citato ufficiali militari israeliani che hanno affermato che il tasso di mobilitazione al servizio militare tra i riservisti è basso, sottolineando che la cifra ufficialmente annunciata dell’80% non riflette la situazione reale.
I tassi di conformità sono aumentati, dicono gli ufficiali israeliani
Un ufficiale ha detto ad Haaretz che l’esercito ha recentemente fatto ricorso a pressioni sui soldati per impegnarsi in combattimento, ma sta incontrando difficoltà nel mobilitarli per il servizio.
Il rapporto ha anche rivelato una manipolazione dei tassi di conformità pubblicati, con ufficiali e soldati che hanno confermato che le cifre ufficiali non rappresentano accuratamente il vero livello di partecipazione tra i riservisti.
L’esercito israeliano affronta una carenza di truppe quadruplicata a Gaza
Fonti della sicurezza hanno sottolineato al giornale che l’esercito israeliano ha bisogno di quadruplicare il numero delle sue truppe per controllare i punti chiave nella Striscia di Gaza, in mezzo alle crescenti sfide alla sicurezza.
Nei giorni scorsi, l’esercito di occupazione israeliano ha avvertito che l’espansione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza potrebbe mettere in pericolo la vita dei prigionieri israeliani, secondo un rapporto del quotidiano israeliano Haaretz.
L’esercito israeliano ha detto che l’espansione delle operazioni a Gaza includerà lo sfollamento della “maggior parte” dei suoi residenti dopo che il gabinetto di sicurezza ha approvato un piano che secondo un funzionario israeliano comporterà “la conquista della Striscia di Gaza e il possesso dei territori”.
Disputa politico-militare sugli obiettivi bellici
Il rapporto di Haaretz ha evidenziato una chiara disputa tra la leadership politica, che è concentrata sul “raggiungimento della vittoria”, e la leadership militare, che considera il recupero dei prigionieri l’obiettivo più importante delle operazioni a Gaza.
Il portavoce militare israeliano, il generale di brigata Avi Dovrin, ha detto ad Haaretz che l’esercito opera sotto la guida della leadership politica, sottolineando che l’obiettivo è quello di recuperare i prigionieri e rovesciare il governo di Hamas.
Prossima operazione: “I carri di Gedeone” e l’escalation ritardata fino a dopo la visita di Trump
Il giornale ha citato un alto funzionario della sicurezza israeliana che ha detto che la decisione di espandere i combattimenti è legata alla crescente pressione su Hamas per spingerlo verso un accordo di scambio di prigionieri. Ha aggiunto che l’espansione non procederà fino a dopo la visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nella regione.
Il funzionario ha confermato che l’operazione, nome in codice “Carri di Gedeone”, include un piano per sfollare i residenti di Gaza e che la ripresa dell’ingresso degli aiuti umanitari avverrà solo dopo il lancio dell’operazione.
Da parte sua, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Eyal Zamir ha avvertito i ministri che l’operazione potrebbe mettere a rischio la vita dei prigionieri.
Nonostante questi avvertimenti da parte della leadership militare, il gabinetto di sicurezza ha deciso all’unanimità lunedì di espandere le operazioni militari nella Striscia di Gaza.
Sempre lunedì, le famiglie dei prigionieri israeliani detenuti a Gaza hanno accusato il governo di sacrificare i prigionieri rimanenti attraverso il piano di escalation militare appena approvato.