RACKET DELLA PLASTICA TOSSICA, 15 ARRESTI IN SICILIA

24 Ottobre 2019: FONTE – Polizia di Stato –

 

Riciclavano plastica tossica recuperata dalle coperture delle serre, la esportavano in Cina dov’era utilizzata per la produzione di calzature che poi venivano importate e vendute nel nostro Paese, pur contenendo sostanze tossiche.

L’attività del gruppo criminale, composto anche da persone appartenenti alla Stidda, l’associazione mafiosa egemone nelle province di Ragusa e Catania, è stata interrotta dagli agenti delle locali Squadre mobili che, questa mattina, al termine dell’indagine denominata “Plastic free”, hanno eseguito le 15 ordinanze di custodia cautelare (10 in carcere e 5 ai domiciliari) emesse dal giudice per le indagini preliminari di Catania.

Gli operatori della Mobile hanno anche effettuato il sequestro preventivo di cinque aziende, riconducibili agli indagati, il cui volume di affari supera i 5 milioni di euro, e per le quali è stato nominato un amministratore giudiziario che ne consentirà la prosecuzione dell’attività, salvaguardando così i posti di lavoro.

L’indagine trae origine dal sequestro di un carico di calzature contenenti sostanze tossiche, effettuato nella Capitale dalla Mobile di Roma.

Le Squadre mobili di Catania e Ragusa, coordinate dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, hanno accertato che il gruppo criminale, mediante la forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, ha commesso una serie di delitti contro l’incolumità individuale, la libertà personale e il patrimonio, con lo scopo di acquisire la gestione o il controllo di attività economiche legate alla raccolta e al riciclaggio della plastica dismessa dalle serre presenti a Vittoria e nelle province di Ragusa e Caltanissetta. Tra le aggravanti contestate vi è anche la disponibilità di armi da parte degli indagati.

Numerosi gli episodi intimidatori, messi in atto per allontanare possibili concorrenti, tra i quali l’incendio e il danneggiamento dei mezzi di alcune ditte di raccolta plastica.

Tra i reati contestati vi è la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, in quanto gli indagati smaltivano abusivamente i fanghi speciali provenienti dal lavaggio della plastica, nocivi in quanto costituiti da terra mista a fertilizzanti e pesticidi.

I rifiuti venivano interrati e ricoperti con cemento e asfalto oppure occultati mediante sversamento abusivo nei terreni della zona, creando un grave danno all’ambiente, con lo scopo di lucrare sui mancati costi di un corretto smaltimento.

Sergio Foffo

 

TESTO E FOTOGRAFIE DI PROPRIETÀ – POLIZIA DI STATO –

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