I DIAVOLI GIALLI DEL 185° REGGIMENTO ARTIGLIERIA PARACADUTISTI CONCLUDONO LA “MARTE 02/19”

9 Aprile 2019: FONTE – Raffaele Fusilli/Stella d’Italia News

Testo Raffaele Fusilli
Foto Raffaele Fusilli, Mario Vivaldi, Antonio Tommaso Calò

L’evento
Venerdì 26 aprile si è conclusa l’esercitazione auto-valutativa “Marte 02/2019”, condotta nell’ambito delle attività tipiche di specialità cui, ciclicamente, si sottopongono tutti i Paracadutisti Artiglieri.
In tale contesto, caratterizzato da festività e ricorrenze sia pasquali che nazionali, i “Diavoli Gialli” del 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti, in sinergica cooperazione con i colleghi del 186° Reggimento Paracadutisti ed assetti del 1° Reggimento “Antares” hanno pianificato e condotto una serie di attività finalizzate a consolidamento e valutazione delle capacità C2 (Comando e Controllo), di predisposizione del Tiro Indiretto con i mortai pesanti (rigati) Thomson RT-1 da 120 mm, nonché di Sorveglianza e Acquisizione Obiettivi Visuale.
Nel dettaglio, è stato effettuato l’aviolancio TCL (Tecnica di Caduta Libera) con equipaggiamento completo di un Nucleo SAOV (Sorveglianza Acquisizione Obiettivi Visuali), cui compito era indirizzare e coordinare il fuoco sull’obbiettivo, seguito da una serie di attività di specialità quali:

“spallettizzazione” di mortai, e veicoli Polaris All Terrain per la loro movimentazione, di cui era simulato l’aviolancio;
posizionamento in batteria dei pezzi pronti al fuoco, peculiarità dei Diavoli Gialli è proprio la celerità di tale operazione portata a termine in 30’ dall’atterraggio del primo uomo;
imbarco-sbarco degli stessi a bordo di elicottero CH-47F.
pattuglia esplorante veloce di un chilometro;
montaggio stazione radio con impostazione frequenze SINCGARS (Single Channel Ground and Airborne Radio System) a tempo;
attività MedEvac (Medical Evacuation) con trasporto barella COfi, zavorrata di 70 kg, su tragitto di un chilometro (con scollinamento) con equipaggiamento completo;
tecniche di soccorso e rianimazione BLS (Basic Life Support);
tecniche di combattimento CQB (Close Quarter Battle) con Simunition (munizionamento a carica ridotta), sempre a tempo, con cambio di caricatore e transizione fucile-pistola in movimento;
atterramento Red Man in 60”, consistente nel tentare di squilibrare un commilitone (nel caso specifico, istruttore di Metodo di Combattimento Militare) indossante protezioni semirigide che oppone una strenua resistenza.

A conclusione delle attività addestrative, presso il Poligono “Korral 26” di Ceri, è stata effettuata una sessione di tiro operativo con armamento individuale durante la quale sono stati eseguiti esercizi a tempo di diversa tipologia e complessità anche a premessa del prossimo impiego nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”, ove il Reggimento assumerà la responsabilità del Raggruppamento Umbria e Marche.
Tale attività è stata indirizzata non solo a migliorare le capacità tecnico-tattiche dei singoli Paracadutisti, favorendo l’amalgama e l’agone tra i vari assetti reggimentali ma anche al personale dei Nuclei SAOV che, congiuntamente agli esploratori dei Reggimenti di Manovra della Brigata Paracadutisti, prenderanno parte all’imminente esercitazione internazionale della Airborne Community denominata “Immediate Response”.

L’arma di reparto
Il mortaio Thomson-Brandt RT-1 da 120 mm a canna rigata è un’arma ad avancarica e percussione automatica per caduta del proietto con un raggio schegge efficace di 100 m ed un raggio di sicurezza di 250; rustico, maneggevole, trainabile ed aviotrasportabile, é in grado di fornire supporto di fuoco di accompagnamento a tiro curvo su lunghe distanze.
E’ composto da:

bocca da fuoco;
affusto a bipiede;
piastra;
congegno di puntamento.

Su ogni pezzo operano 4 persone più un conduttore.

comandante di squadra,
che controlla l’arma prima del tiro, comunica i dati da impostare, ordina il fuoco;
capo arma puntatore,
che imposta i dati di tiro, collima il falso scopo, comunica la fine del puntamento e porta l’affusto;
caricatore o servente allo sbando,
che agisce sulla bussola dell’affusto, porta la bocca da fuoco ed infila la bomba;
porgitore o servente all’alzo,
che agisce sulla manovella dell’affusto, porge le munizioni al caricatore e porta la piastra.

Ogni membro deve portare in bolla o collimare al falso scopo in circa 3”, caratteristico è il frenetico “ Bolla-Bolla”, che sta a significare che l’arma non è ancora correttamente orientata.
Il munizionamento annovera vari tipi di granate tra le quali alcune autopropulse in grado di coprire una gittata di 13 km.

Cenni Storici
Il 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “FOLGORE” nasce a Tarquinia (VT) il 28 agosto 1941 alla costituzione del primo reparto di artiglieria paracadutisti.
Il 27 luglio 1942, con l’impiego africano della Divisione, l’Unità diviene 185° Reggimento Artiglieria “FOLGORE” ed i suoi pezzi vengono disseminati presso i centri di fuoco delle compagnie paracadutisti.
Rinforzato da artiglierie di vario calibro, nell’impari lotta contro le soverchianti forze dell’8a Armata britannica affronta lo scontro di El Alamein e, seguendo le sorti della Divisione, scompare dai ruolini del Regio Esercito l’8 dicembre 1942.
Il 1° luglio 1958, su disposizione dello Stato Maggiore, si ricostituisce in seno al Gruppo Tattico Paracadutisti una Batteria di Artiglieria da Campagna Paracadutisti armata di quattro pezzi da 105/14, obice che sarà in dotazione fino al 2000.
Il 31 agosto 2000 il Reparto assume la denominazione di 185° Reggimento Artiglieria Terrestre (Paracadutisti Acquisizione Obiettivi) “FOLGORE”.
Il luglio del 2013, il 185° viene ricostituito quale unità di supporto al combattimento della Brigata Paracadutisti nella sede di Bracciano (RM).
Da allora il 185° ha preso parte alle operazioni:

“Strade Sicure”, a Firenze e Roma;
“Prima Parthica” in Iraq;
“Leonte” in Libano;
“Joint Enterprise” in Kosovo.

La Bandiera di Guerra del Reggimento è decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare per la tenacia e la combattività dimostrate durante la Battaglia di El Alamein (1942) e di Medaglia d’Argento al Valor dell’Esercito per l’impiego in Somalia (1993).

Credits
L’autore ringrazia i Diavoli Gialli per collaborazione e supporto.

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