RESOCONTO DELL’ATTIVITÀ OPERATIVA 2018 DEL COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE

17 Aprile 2019: FONTE – Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale –

Il 17 aprile 2019,alle ore 12:00, presso la Caserma “La Marmora” (via Anicia n. 24, Roma), alla presenza del Ministro per i beni e le attività culturali, dottore Alberto Bonisoli, è stato presentato il resoconto dell’attività operativa 2018 del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (PDF in allegato).

In particolare, i risultati operativi, in incremento rispetto all’anno precedente, sono stati qualificati dalla disarticolazione di numerose associazioni criminali, operanti sia in Italia sia all’estero – soprattutto nel settore dell’archeologia – nonché di arrestare 34 persone e denunciarne 1.195: è questo uno degli aspetti su cui si è maggiormente indirizzato l’impegno del Comando, parallelamente al recupero di oltre 56.400 beni culturali, tra oggetti antiquariali, archivistici, librari, archeologici e paleontologici nonché opere false.

Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati alcuni dei beni recuperati, in Italia ed all’estero, grazie a lunghe ed articolate attività investigative, tra cui spiccano, per importanza storico e artistica:

Bassorilievo di Luca/Andrea della Robbia risalente alla fine del 1400, raffigurante Madonna col Bambino.

Nel 1971, presso la Stazione Carabinieri di Scansano (GR), fu denunciato il furto di un preziosissimo bassorilievo, attribuito agli importanti scultori toscani Luca e Andrea della Robbia.

Nonostante le immediate indagini, solo nel giugno del 2013, grazie alla tenacia dei militari del Nucleo TPC di Firenze, l’opera è stata riconosciuta nel catalogo di un’importante casa d’aste londinese e venduta a una società di New York.

Gli ulteriori approfondimenti hanno permesso di stabilire che il bassorilievo aveva subito numerosi interventi di restauro e che, al momento della localizzazione, si trovava nella disponibilità di un’importante e facoltosa collezionista canadese che, nel frattempo, l’aveva acquistato in buona fede.

Con l’individuazione del bene, sono state contemporaneamente avviate attività giudiziarie e di diplomazia culturale volte al suo recupero. Le prime, condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, hanno portato all’emissione di un provvedimento di confisca per esportazione illecita commessa da ignoti; le seconde, effettuate con il decisivo supporto dell’Ambasciata italiana in Canada, del Consolato Generale italiano di Toronto e dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga presso la citata Ambasciata, hanno consentito di intessere, con i possessori dell’opera, una costante e paziente interlocuzione che ha portato alla spontanea restituzione del bene e il suo rientro, avvenuto il 4 aprile 2019.

Protome gocciolatoio raffigurante un cinghiale, terracotta, arte etrusca della fine del VI sec. a.C.

Statua di Giove, marmo, arte romana imperiale del II sec. d.C.

Statua romana in pietra raffigurante una figura femminile, arte romana del I-II sec. d.C.

I reperti, provento di scavi clandestini in aree archeologiche dell’Etruria meridionale, sono stati ricettati ed esportati illegalmente in Svizzera.

I beni, individuati fra le numerose fotografie sequestrate presso il Porto Franco di Ginevra ad un noto trafficante italiano di beni archeologici, sono stati spontaneamente restituiti, in via stragiudiziale, nel novembre 2018 da un operatore elvetico del settore, sulla base delle evidenze probatorie fornite.  

Busto romano in marmo, arte romana del II-III sec. d.C.

Il bene è provento del furto avvenuto, tra 2 e il 3 settembre 2010, all’Orto Botanico di Roma.

Statua romana in marmo raffigurante Musa Calliope, arte romana imperiale del II sec. d.C.

La statua è oggetto del furto perpetrato, il 13 maggio 2010, dall’abitazione romana degli attori Nicoletta Braschi e Roberto Benigni.

Statua di Diana cacciatrice in marmo, Bartolomeo Cavaceppi, fine XVIII sec.

Il reperto è stato rubato, il 3 ottobre 2005, dalla fontana ninfeo di piazzale Ferdowsi di Villa Borghese, Roma (la statua è priva della testa e dell’avambraccio sinistro, oltre che della testa del cane che l’affianca, a causa dei furti denunciati nel 1968 e nel 1978).

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno impiegato diversi anni di indagini prima di poter riportare in Italia e restituire ai legittimi proprietari le tre statue. Tutto era iniziato quando, qualche anno fa, con un improvviso aumento dei furti di materiale archeologico nella Capitale i Carabinieri decidevano di avviare quella che si è rivelata come una complessa ed articolata indagine, fatta di intercettazioni, pedinamenti, conversazioni in codice fra chi organizzava i furti, chi li realizzava e chi si preoccupava del trasporto e della collocazione della refurtiva sul mercato straniero. Furono nove le persone arrestate, decine quelle denunciate, ma soprattutto si riuscì a ricostruire le vicende di tanti furti di statue e reperti archeologici commessi a Villa Borghese, Villa Torlonia, Villa Phampili ed anche presso la residenza romana di Nicoletta Braschi e Roberto Benigni. I beni sono stati sequestrati in una galleria di Barcellona (Spagna), nel 2015, nell’ambito di una rogatoria internazionale emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ed eseguita grazie alla collaborazione della Polizia Giudiziaria spagnola.

Pagina in pergamena, manoscritta e miniata, del 1362 – Promissione del Doge Andrea Dandolo e capitolare dei consiglieri ducali.

Il bene, provento del furto avvenuto il 1° novembre 1949, dalla sala diplomatica “Regina Margherita” dell’Archivio di Stato di Venezia, è stato localizzato, presso la Christie’s di Londra, tra i beni posti all’incanto il 2 giugno 1999.

La pagina miniata è stata spontaneamente restituita, il 12 febbraio 2019, dalla citata casa d’aste, sulla base delle evidenze probatorie fornite. 

Predella, tempera su tavola a fondo oro, attribuita a Manfredino da Pistoia, secolo XIV – Episodi della vita di Gesù e della Vergine Maria

L’opera, asportata il 29 marzo 1988 da un’abitazione privata di Varazze (SV), è stata restituita a Londra (Regno Unito), nel febbraio 2019, da un noto collezionista canadese, detentore in buona fede, all’esito di un’accurata ed efficace negoziazione extragiudiziale sviluppata in Canada, attraverso l’Ambasciata d’Italia e l’Esperto per la Sicurezza del Ministero dell’Interno. L’individuazione del bene è avvenuta anche grazie alla collaborazione dell’Ufficiale di collegamento presso l’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia.

Opus sectile, frammento in marmo romano a mosaico con serpentino e porfido, risalente al II secolo d.C.

Il bene, originariamente parte della pavimentazione di una delle due navi da cerimonia dell’Imperatore Caligola, affondate nel lago di Nemi (nei pressi di Roma), era stato rinvenuto nell’ambito di una campagna di scavo condotta dal Ministero dei Beni Culturali tra il 1928 e il 1932. Il reperto, inventariato e nella disponibilità del Museo delle navi Romane di Nemi, venne rubato da ignoti nel dopoguerra. Individuato dal Comando TPC a New York, grazie alla collaborazione di esperti del settore, presso la collezione privata di una cittadina italiana residente negli USA, è stato sequestrato dal District Attorney di Manhattan, sulla base delle evidenze probatorie fornite dal Comando TPC.

75 Monete archeologiche (Aes Grave in bronzo fuso coniate dalla zecca di Roma, serie rara della prima monetazione romana), del III sec. a.C.  

Nel febbraio 2019, all’esito di accertamenti, scaturiti su segnalazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, è stata informata la Procura della Repubblica di Roma in ordine al rinvenimento, da parte di un cittadino, di alcune monete archeologiche. Le attività d’indagine, a seguito del sequestro delle 75 monete, risultate di eccezionale valore storico-archeologico e patrimoniale, avendo consentito di appurare che i beni erano stati rinvenuti in circostanze di tempo e luogo diverse da quelle dichiarate, hanno determinato il deferimento dello scopritore per impossessamento illecito di beni culturali.

TESTO E FOTOGRAFIA DI PROPRIETÀ – COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE –

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