Declassati e non allineati

21 ottobre 2018: FONTE -Unione Stella d’Italia-

A ogni azione corrisponde una reazione, una legge della fisica ineludibile. Al sussulto di dignità di una paese disprezzato e svalutato corrisponde l’ostilità di un sistema politico europeo arrivato alla fine, quello delle socialdemocrazie fallimentari in tutta Europa e con questa ostilità anche l’attacco ben prevedibile delle agenzie di rating che hanno declassato i titoli emessi dallo Stato italiano quasi al livello di spazzatura. Agenzie di rating messe spesso sotto accusa per le turbative dei mercati, per nascondere verità e propagandare falsità allo scopo di accaparrarsi con operazioni finanziarie a basso prezzo il frutto del lavoro umano. Perché è di questo che si tratta. Ogni vantaggio finanziario corrisponde a una perdita per qualcun’altro, corrisponde a sottrarre a chi a meno per dare a chi ha più e a concentrare nelle mani di un numero ristretto di persone il vero potere economico, quel potere economico che magari serve anche a finanziare i grandi cambiamenti epocali, lo svuotamento criminale dell’Africa del suo potenziale umano, la sola speranza per quel continente di superare la sua condizione di arretratezza e povertà e trasformare quel potenziale umano in una massa amorfa, priva di diritti e disposta a lavorare in condizioni disumane e di sfruttamento contemporaneamente facendo ridurre diritti e retribuzioni anche di chi si trova a competere con i nuovi arrivati.

Credo che neppure il più sprovveduto nemico dell’Italia possa immaginare che il nostro Paese possa trovarsi in una situazione tale da non poter rimborsare i suoi titoli di Stato, è vero che ce l’abbiamo messa tutta per ridurci in miseria con i vari governi tecnici e con quei geni della sinistra, gli stessi che adesso offrono soluzioni che mentre erano al governo non avevano, deve essere che l’assenza dal potere acuisce l’intelligenza. Si tratta quindi del solito attacco speculativo, ridurre il costo di tutto quello che abbiamo di buono in Italia per accaparrarselo a prezzo di saldo. Continuare forzosamente la folle corsa alla svendita che ci ha privato di industria non solo fondamentali ma anche remunerative e che si trovano ora in mani straniere, mani che non hanno nessun interesse per il benessere del Popolo italiano.

Ma questo è il prezzo del disallineamento dall’establishment europeo, dal Gotha socialdemocratico con la spuzzetta sotto il naso che ci bolla di essere vomitevoli salvo poi scaraventarci oltre confine dei poveri disgraziati lasciandoli, come ladri, nei boschi e scappando via.

La nota positiva è che questo parlamento europeo ha le ore contate, i popoli d’Europa si stanno scrollando di dosso quei demagoghi che rifiutarono di riconoscere l’identità cristiana dell’Europa, che hanno legiferato per ridurre le libertà, limitare le sovranità, eliminare tradizioni e costumi in nome di un pensiero unico schiavo della finanza, funzionale solo alla creazione di un sistema-mostro che anteponga il denaro e le sue dinamiche al benessere dei popoli.

Ricordiamoci quindi che il voto alle elezioni europee sarà importante non perché permetterà, come in passato, ai “trombati” dalla politica nazionale a andare a scaldare una sedia a Bruxelles ma per inviare in Europa degli italiani che sappiamo difendere i nostri diritti, la nostra cultura e identità.

Andrea Marrone

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Commenti

1 commento

  1. La manovra economica di questo governo non sarà ricordata per avere rilanciato l’economia. Cercare di estinguere un debito creando altro debito non mi sembra che sia una soluzione di buon senso.
    Ma chi sono questi signori che pretendono, con le loro valutazioni, di gestire il destino economico dei paesi “sovrani”?
    Moody’s: come primo azionista, il miliardario e speculatore Warren Buffet (già sponsor e sostenitore dei democratici americani Barack Obama e Hillary Clinton) con il fondo Berkshire Hathaway , il gigantesco fondo di investimento americano Blackrock, che ha tra i propri advisor nientemeno che un certo George Soros – eccolo qua! -, Vanguard, Morgan Stanley.
    Standard & Poor’s. Copia e incolla da Moody,s: Vanguard, Morgan Stanley, Blackrock, Berkshire Hathaway
    Insomma, i più grandi gestori di fondi di investimento a livello mondiale, quelli che si arricchiscono nei momenti di crisi e che non apprezzano i governi “sovranisti”.
    Questa gentaglia non ammette che il mondo non giri come vogliono loro e hanno in mano le leve per punire chi non si allinea alle loro volontà.

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