10 Aprile 2018: FONTE – Aeronautica Militare –
Nei prossimi anni, tenuto conto del crescente affollamento delle orbite basse, l’attività di monitoraggio e sorveglianza dello spazio sarà sempre più importante
Nei prossimi anni, tenuto conto del crescente affollamento delle orbite basse, la capacità di monitoraggio e sorveglianza dello spazio sarà sempre più importante e l’Aeronautica Militare, nel contesto della Difesa nazionale, si presenta come attore protagonista per svolgere il ruolo di service provider di una capacità di Space Situational Awareness (SSA), che interesserà anche settori come lo Space Weather e lo Space Traffic Management. La SSA si sovrapporrà alla capacità di difesa dello spazio aereo, attività istituzionale prioritaria tra quelle assegnate all’Arma Azzurra. La capacità di monitoraggio e sorveglianza dello spazio è un’ulteriore dimostrazione delle competenze dell’Aeronautica Militare nel dominio spaziale ed aerospaziale.
Nel recente caso della Tiangong, le previsioni di rientro, aggiornate con frequenza crescente all’approssimarsi dell’evento, sono state fornite dall’ASI, sulla base di predizioni curate da varie Istituzioni nazionali, tra le quali l’Aeronautica Militare, attraverso il fondamentale contributo del Centro Operativo di Space Surveillance and Tracking (SST), costituito nel 2015 sul sedime di Pratica di Mare presso le strutture del Reparto Sperimentale Volo ed operato attualmente dal personale del Gruppo di Ingegneria per l’Aero-Spazio (GIAS). Il Centro Operativo, attivo in servizio h24 durante gli ultimi giorni antecedenti all’evento, ha condotto una campagna di sperimentazione dell’architettura nazionale SST a supporto della Protezione Civile fornendo predizioni di rientro. Fondamentali per il tracking della Tiangong si sono rivelati i sensori dislocati presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra e presso il Poligono di Capo San Lorenzo ed il telescopio ottico militare MiTe di Pratica di Mare gestito dal GIAS. La disponibilità delle misure di tracking da parte dei menzionati sensori, unitamente alle capacità di calcolo del Centro Operativo di Pratica di Mare hanno permesso di ottenere le stime molto accurate dell’orario stimato di rientro, anche grazie allo stretto legame di cooperazione con il Joint Space Operations Centre (JSpOC) americano dislocato presso la base aerea di Vandenberg.
Anche le Forze Armate coinvolte nel monitoraggio della stazione spaziale cinese fuori controllo
In coincidenza delle festività pasquali, il nostro Paese è stato potenzialmente a rischio per il rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre della stazione spaziale cinese Tiangong-1. Il problema, già noto da giorni, ha tenuto con il fiato sospeso e, metaforicamente, con gli occhi al cielo, il Dipartimento della Protezione Civile, tanto da indurre a stabilire, fin dal 21 marzo, un tavolo tecnico per il monitoraggio dell’evento e per le eventuali misure di sicurezza da attuare all’occorrenza per garantire la piena sicurezza della popolazione.
Questo tavolo tecnico, costituito dai rappresentanti della Protezione Civile, dell’Agenzia Spaziale Italiana, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Ministero degli Affari Esteri, dell’ENAV e dell’ENAC, ha visto anche una qualificata e fondamentale partecipazione delle Forze Armate, con personale dell’Ufficio Spazio dello Stato Maggiore della Difesa, del Comando Operativo di Vertice Interforze e dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.
Le Forze Armate, oltre alle proprie unità pronte ad intervenire in caso di emergenza, hanno infatti reso disponibili capacità e professionalità uniche nel panorama nazionale. L’assetto primario impiegato è stato il Centro di Comando e Controllo Space Surveillance and Tracking, struttura inter-ministeriale gestita dall’Aeronautica Militare presso la base di Pratica di Mare, che ha avuto il compito di attivare una serie di sensori, ottici e radar, della Difesa per seguire le traiettorie di avvicinamento all’atmosfera terrestre della stazione spaziale e poter stabilire, dall’analisi dei dati rilevati, il possibile punto di impatto con la superficie terrestre con ben 36 ore di anticipo. All’interno del Centro di Comando e Controllo era presente anche personale dell’Agenzia Spaziale Italiana, referente nazionale per i dati forniti da ben 12 agenzie spaziali di altri Paesi, e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che hanno condiviso anche i rilevamenti effettuati dai propri telescopi, capaci di rilevare l’ingresso in atmosfera di oggetti ad altissima velocità.
Ma le Forze Armate si sono rivelate di fondamentale importanza anche perché hanno reso disponibile il Multi Frequency Doppler Radar, sito presso il poligono interforze di Salto di Quirra, in Sardegna, unico assetto radar nazionale in grado di seguire le orbite di oggetti spaziali che sorvolino il nostro Paese, in qualunque condizione meteorologica, di giorno e di notte. In aggiunta, è stato utilizzato anche il Bistatic Radar for LEO Survey (radar bistatico con trasmettitore posizionato sempre presso il poligono interforze di Salto di Quirra e ricevitore, gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, ubicato a Medicina), che ha svolto una funzione di sorveglianza delle orbite allo scopo di individuare il passaggio della Tiangong-1 sopra la nostra penisola
Tirato un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, l’insegnamento che resta di quest’evento è l’ulteriore dimostrazione di come le Forze Armate, dando concretezza al concetto di “uso duale”, cioè l’impiego a favore della collettività nazionale, in casi di emergenza, di assetti e capacità nati per esigenze squisitamente militari, siano una vera risorsa per la collettività nazionale e un pilastro imprescindibile del “sistema Paese”.
TESTO E FOTOGRAFIE DI PROPRIETA’ – AERONAUTICA MILITARE –