14 Luglio 2017: FONTE – Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale –
Oggi, presso le Terme di Diocleziano, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito alla Dottoressa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, il 59° tassello del grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio.
Il recupero del brano lapideo ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo (opera databile al II-III sec. d. C.), uno dei più significativi e preziosi fra quelli conservati nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, nuovo istituto reso autonomo dalla riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).
L’intervento testimonia, ancora una volta, l’eccellenza dell’operato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dei tecnici del MiBACT.
L’importante recupero, reso possibile grazie all’azione che il TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano, è stato recentemente effettuato dai militari del Nucleo TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo sardo, nell’ambito di una più ampia attività d’indagine che ha visto il sequestro anche di altri beni culturali.
L’attività è scaturita, nel mese di febbraio di quest’anno, da un controllo amministrativo ad un esercizio antiquariale del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I reperti, di cui non sono stati forniti legittimanti dati di provenienza, sono stati quindi sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, dopo accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.
Considerato il pregio dei reperti, i Carabinieri hanno proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio.
Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano, con l’immagine acquisita dal web del bene esposto, ha permesso ai Carabinieri di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo.
I Carabinieri TPC, quindi, si sono messi in contatto con la direzione del Museo Nazionale Romano e con i Laboratori di Restauro ivi presenti al fine di effettuare gli accertamenti comparativi e di pertinenza. A seguito della consegna del brano marmoreo ai suddetti Laboratori, sono stati compiuti alcuni preventivi riscontri ma, soprattutto, si è potuta compiere la cosiddetta “prova provata”, ovverosia la verifica dell’effettiva pertinenza del frammento con testa di toro al grande rilievo con raffigurazione di Mitra. I risultati hanno comprovato – senza ombra di dubbio – che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti.
Al termine della pulitura e a seguito dell’assemblaggio e successivo incollaggio del brano recuperato dal TPC con il grande rilievo delle Terme di Diocleziano, si è potuto tecnicamente ricollocare il frammento attinente al fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione.
L’opera acquisisce così non solo un’ulteriore, intrinseca parte, ma anche un importante elemento di rilevante valore nella raffigurazione poiché, proprio in questo frammento, viene a focalizzarsi l’azione saliente della narrazione mitologica.
Oggi, quindi, è con viva soddisfazione che il frammento raffigurante la testa del toro e la mano del dio è tornato a far parte del grande rilievo scoperto oltre cinquant’anni fa, a disposizione del grande pubblico e degli esperti che visitano gli splendidi spazi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano.
Mentre sono tuttora in corso le indagini finalizzate ad accertare la provenienza dell’altro elemento frammentario sequestrato, la posizione giudiziaria di una persona è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione.
Il reperto ricomposto ha un valore di mercato stimato in due milioni di euro.