28 Maggio 2016: FONTE -GdF Comando Prov.le Roma-
Avevano accumulato un’ingente fortuna, grazie alle lucrose consulenze assicurative ed alle
amnesie nei confronti del Fisco, i due fratelli di Roma – entrambi esperti di infortunistica stradale –
che, dopo essere stati “pizzicati” dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, sono ricorsi a
vari stratagemmi per sottrarsi al pagamento delle imposte impegnando magistrati ed inquirenti in
una laboriosa “caccia al tesoro”.
La vicenda, sfociata in un’indagine della Procura della Repubblica di Roma avendo l’evasione
superato le soglie minime di punibilità previste dalla normativa penale-tributaria, ha inizio due anni
orsono quando le Fiamme Gialle del Gruppo di Tivoli sottopongono i due fratelli a verifica fiscale
anche ricorrendo ad accertamenti sui rispettivi conti correnti postali e bancari per dimensionare il
loro effettivo giro d’affari.
Gli approfondimenti avevano evidenziato che i due avevano conseguito, grazie all’attività di
consulenza rivolta per lo più a vittime di gravissimi sinistri stradali anche mortali, compensi per
oltre 70 milioni di euro, dichiarando al Fisco – negli anni dal 2009 al 2013 – una parte irrisoria del
loro ammontare ed omettendo così il versamento di imposte dirette per oltre 16 milioni e di IVA per
circa 7 milioni di euro.
In considerazione dell’entità dell’evasione e temendo le loro possibili mosse, i militari avevano
ricostruito il loro patrimonio ma entrambi avevano chiuso in tutta fretta i loro rapporti finanziari in
Italia trasferendo le cospicue disponibilità liquide nel Principato di Monaco, ove nel frattempo uno
dei due aveva trasferito la propria residenza anagrafica, pur continuando, in realtà, a vivere in
Italia.
Non contenti, avevano simulato atti di alienazione dei propri beni a società create ad hoc ed a
parenti compiacenti residenti in Svizzera vanificando il primo provvedimento di sequestro
preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma.
Le Fiamme Gialle, però, non si danno per vinte e, dopo aver ricostruito i vari passaggi di proprietà
in frode al Fisco, hanno chiesto all’Autorità Giudiziaria di emettere un nuovo decreto che, questa
volta, è “andato a segno” permettendo il sequestro di tre lussuose ville ubicate sul Lago di
Bracciano, di cui due con piscina, di un attico con super attico e di un elegante immobile ad uso
ufficio nel quartiere Aurelio di Roma, oltre a vari box e cantine, per un valore stimato di oltre 12
milioni di euro. La misura cautelare è preordinata alla confisca c.d. “per equivalente”, istituto che
consente di cautelare l’Erario per le imposte evase, le pene pecuniarie e gli interessi maturati.