Contrabbando a Prato

15 Febbraio 2016: FONTE -GdF Comando Prov.le Prato-

Si occultava dietro 3 ditte individuali riconducibili ad altrettanti soggetti cinesi,
c.d. “prestanome” per importare migliaia di metri lineari di tessuto in
contrabbando, per una evasione dei diritti di confine calcolati in circa 2 milioni
di euro.
Il tutto avvalendosi della consulenza di un contabile, di nazionalità italiana,
che avrebbe agevolato le condotte criminali decidendone strategie aziendali e
modalità di esecuzione.
Ad essere finita al centro di una indagine del Nucleo di Polizia Tributaria della
Guardia di Finanza di Prato una società di capitali operante nel settore del
taglio di tessuti e riconducibile a 4 soggetti – 3 cinesi ed 1 italiano – i quali,
sfruttando l’interposizione fittizia delle 3 attività “apri e chiudi” nonché un
articolato sistema di emissione ed utilizzo di false fatturazioni, riuscivano ad
importare illegalmente dalla Cina e dalla Corea migliaia di metri lineari di
tessuto in contrabbando, in parte rinvenuti e sequestrati dalle fiamme gialle
all’interno di 2 capannoni ubicati nelle zone di Tavola e Macrolotto gestiti
ufficialmente da 3 cittadini, di origine cinese, risultati essere dei c.d.
prestanome.
Un’indagine avviata a seguito di uno dei tanti controlli eseguiti unitamente
all’USL di Prato per riscontrare la sicurezza dei luoghi di lavoro alla quale ha
fatto seguito un’attività di polizia giudiziaria, delegata dalla locale Procura
della Repubblica ed una di polizia amministrativa, entrambe concluse in
questi giorni con la denuncia di 7 soggetti per il reato di emissione ed utilizzo
di fatture per operazioni inesistenti per 2 milioni di euro circa, contrabbando, e
fittizia attribuzione a terzi di denaro, beni e altre unità.

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