L’Arma custode della Memoria

26 Novembre 2015: FONTE -Arma dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale-

Oggi alle ore 12, a Roma, Piazza Risorgimento, presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, sono stati presentati 5 pregevolissimi affreschi (IV-III sec. a.C.), illecitamente sottratti da Paestum e recentemente recuperati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. L’evento è avvenuto alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo On. Dario Franceschini e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette .

Sono stati illustrati gli aspetti investigativi dell’indagine che ha permesso l’eccezionale recupero degli affreschi componenti il rivestimento di un’unica tomba, a testimonianza della considerevole e preziosa attività svolta dal Reparto Specializzato dell’Arma a favore della cultura e dell’arte.

Nella circostanza, si è celebrato il ritorno al Museo della prima Bandiera di Guerra dell’Arma, dopo i delicati interventi di restauro cui è stata sottoposta, per 7 mesi, presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del MiBACT.

L’esposizione delle opere – che vuole essere un omaggio alla cittadinanza – sarà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, sino al 10 gennaio 2016.

Attività investigativa per il recupero di 5 pannelli di affresco pæstani

 

Nel 1995, fu avviata un’importantissima indagine con la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE), per debellare il fenomeno dello scavo clandestino e ricettazione di reperti archeologici, diffuso nelle aree comprese tra Casal di Principe, Mondragone ed Aversa, località in provincia di Caserta.

Il principale indagato era un noto trafficante internazionale.

Nel corso delle attività investigative, quando erano state già documentate le attività illecite addebitategli, il trafficante perì in un incidente stradale, nei pressi di Cassino.

Le intercettazioni telefoniche consentirono di appurare che il principale indagato deteneva centinaia di foto raffiguranti reperti archeologici, oggetto della trattazione con tombaroli, e immagini di altri reperti già piazzati sul mercato illecito internazionale.

Le perquisizioni dell’auto incidentata e dell’abitazione del trafficante permisero di sequestrare numerosissime foto raffiguranti reperti archeologici che, in alcuni casi, riportavano tracce terrose e calcaree: classici segni attestanti la provenienza da recenti scavi clandestini.

Le foto furono archiviate dagli investigatori del TPC, per poter localizzare i reperti in esse effigiati, ed inserite nella Banca dati, gestita dal Comando Carabinieri TPC.

Nel corso di controlli e ricerche scientifiche presso istituzioni internazionali, sono stati individuati e localizzati i predetti reperti che, in parte, sono rientrati nel patrimonio culturale dello Stato.

Nel prosieguo delle attività di monitoraggio del mondo antiquariale, recentemente sono state acquisite notizie su 5 pannelli di affresco, raffiguranti Donne Offerenti e Cavalieri, localizzati in un deposito a Campione d’Italia.

Il confronto effettuato tra le foto dei cinque pannelli nel deposito con quelle inserite in Banca Dati TPC, permetteva di identificare i beni e di attribuirli a quelli trattati dal trafficante internazionale.

Le opere sono state visionate da esperti MiBACT che ne hanno rilevato la perfetta corrispondenza. A seguito di ciò veniva informata la Procura della Repubblica di Roma che ne disponeva il sequestro a carico di un cittadino elvetico che li aveva acquisiti come terzo in buona fede.

Gli eccezionali reperti, costituenti porzioni di tombe dipinte con scene affrescate sannitico-campane del IV-III secolo a. C., con l’immagine di personaggi femminili in atto di offrire doni (Domina con ancelle) e guerrieri, a seguito dell’autorizzazione della Procura della Repubblica di Roma, saranno restituiti al MiBACT per la pubblica fruizione.

La tomba dell’eroe di Poseidonia-Paestum

 

Porzioni di tomba a cassa litica dipinte con scene e tecniche che permettono di ascriverle al repertorio delle tombe affrescate sannitico-campane del IV-III secolo a.C. provenienti dalle aree archeologiche di Paestum.

Tre lastre verticali (circa 127 x 66 cm.) recano l’immagine di altrettanti personaggi femminili (due a capo scoperto ed una velata) in atto di offrire doni: bevande e  frutta alla divinità. Tutte le donne sono abbigliate con vesti di colore chiaro (bianco o giallo) bordate, al centro, di rosso; le due fanciulle a capo scoperto hanno le braccia nude mentre la signora velata appare maggiormente coperta e, forse, di età e status superiore: la Domina con le sue ancelle. Alla base delle tre figure un motivo decorativo  composto da un fascione rosso, poi da uno bianco al cui interno corrono delle onde greche nere, infine da una fascia, più sottile, ancora di colore rosso.

Lo stesso motivo è presente nella lastra, più grande (cm. 130 x 150),  in cui un giovane eroe, a piedi, dai capelli neri e con un filo di barba, armato di scudo circolare conico, cinturone di bronzo alla vita e due corti giavellotti in ferro conduce, per le briglie, un mulo con un carico sulla groppa ed un cagnolino. Tale lastra trova un confronto diretto con analogo affresco rinvenuto nel 1969 negli scavi in località Andriuolo – Laghetto (tomba 80) mentre l’iconografia del ritorno del guerriero è sicuramente più diffusa grazie ai numerosi cartoni cui si ispiravano i copisti dal IV secolo a.C. in poi. L’altezza della lastra, permette di associarla alla stessa tomba con le tre figure femminili alle quali si associa il ritorno dell’eroe, a cavallo, come visibile nella lastra principale.

La lastra principale ci mostra il combattente che regge le briglie con la mano sinistra mentre con la destra saluta, munito di elmo in bronzo con paragnatidi, penne e cresta, corazza forse anatomica e lunga asta, forse portainsegne. Il cavallo, perfettamente equipaggiato, dall’aria “nobile”, potrebbe avere, alla base del collo, una grande falera.

Il cavaliere è accompagnato da due guerrieri a piedi muniti di stivali, tunica, cinturoni, scudi ed elmi. Il guerriero a destra, con barba fluente e lunghi capelli neri, impugna due corte lance in ferro (come anche l’elmo) ed ha un’aria piuttosto “esotica” tipica di un mercenario straniero, forse etrusco.

Tutte le lastre risultano tagliate e poi ricomposte circa a metà dell’altezza probabilmente per trafugarle e trasportarle meglio.

 

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