07 Luglio 2015: FONTE -Unione Stella d’Italia-
Per meglio comprendere la motivazione di come la Grecia sia arriva al punto in cui si trova oggi mi permetto di ci usare come fonte un articolo del giornalista Maurizio Stefanini di Libero. A seguire un mio commento.
“Nel 2010I dipendenti pubblici erano il 25% degli occupati, contro il 15,1% dell’area euro: noi italiani pensiamo di dare un cattivissimo esempio ma in effetti eravamo sotto questa media, con il 14,4%. Fino a 2012 in Grecia si poteva andare in pensione a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini, con 35 anni di contribuiti. Ma c’era una lista di 580 «professioni usuranti» in cui l’età era abbassata a 50 anni per le donne e a 55 per gli uomini. Non solo minatori e scaricatori di porto ma anche parrucchieri, suonatori di strumenti a fiato, fornai, chi parla in tv o alla radio, contadini e loro mogli, dipendenti della Banca Nazionale, dipendenti della compagnia aerea di bandiera Olympic Airlines. Questi ultimi, anzi, avevano pure il diritto a far volare gratis i propri parenti in tutto il mondo. Con tutti i tagli fatti, tuttora la Grecia spende in pensioni il 17% del Pil, contro il 12,2 della Germania. La pensione media greca è 1.030 euro, contro i 1.100 euro di quella tedesca. Poiché però i salari tedeschi sono in media doppi, vuol dire che mentre un tedesco in media va in pensione con il 40% del suo ultimo salario, un greco arriva all’85%. Malgrado le riforme, con varie scappatoie ed eccezioni in Grecia tuttora si va in pensione in media a 63 anni per gli uomini e a 59 per le donne, contro i 67 anni per tutti entro il 2022 richiesti dalla Troika. E tuttora la spesa sociale in Grecia arriva al 24% del Pil, contro il 22% della petrolifera e scandinava Norvegia. Nel 2010, tutti i giornali del mondo parlarono delle zitelle d’oro: oltre 40.000 figlie non sposate di dipendenti pubblici, che fino al matrimonio potevano usufruire di una pensione di reversibilità ereditaria pari ai 1.000 euro al mese, per un aggravio statale complessivo stimato in 550 milioni di euro all’anno. Almeno 60.000 pensioni erano pagate a titolari i cui parenti non avevano denunciato il decesso per continuare a riscuoterle, e il ministero del Lavoro aggiungeva che su 320.000 pensioni di invalidità pagate, il 14% del totale, almeno la metà erano fasulle.
Per chi lavorava c’erano poi una ventina di bonus sullo stipendio, che finivano per raddoppiarne l’ammontare. Parecchi ministeri e dipartimenti statali ne davano uno ai dipendenti che arrivano in ufficio in orario, piuttosto che tagliare lo stipendio a chi arriva in ritardo. La Guardia Forestale ellenica pagava una speciale indennità per incoraggiare i propri dipendenti a lavorare non in ufficio, ma all’aperto. C’era il bonus a chi usava il computer, e il bonus per chi conosceva lingue straniere. Il dipendente pubblico comunque non era licenziabile, e poteva andare in pensione dopo 25 anni di servizio. C’erano una tredicesima, pagata metà a Pasqua, e metà durante l’estate; e una quattordicesima, pagata a Natale. Una sua versione «privata» era nel diritto garantito per taxi, ristoranti e parrucchiere di chiedere a dicembre prezzi più alti, a titolo di «regalo di Natale».
Almeno 10.000 persone vivevano del far parte di commissioni statali, per un costo equivalente ai 230 milioni di euro all’anno. Sulla stampa internazionale si parlò in particolare della commissione per gestire le acque del Lago Kopais, prosciugato da ottant’anni. Anche i dipendenti privati avevano la garanzia di un tetto massimo ai licenziamenti.” Il presidente Tsipras, appena eletto, ha subito reintegrato i dipendenti pubblici licenziati dal governo precedente.
Come ha detto il generale Prizzi sul suo articolo di ieri su Stelladitalianews, alla luce di quanto esposto, i greci veramente forse sono più furbi di noi! In Italia una gestione così allegra delle finanze pubbliche non si riesce a trovare neanche in alcune regioni del sud Italia (non a caso la Magna Grecia diventata col tempo “magna-magna” Grecia!). Non sono un economista ma l’unico scenario possibile che si prospetta è il seguente:
- la Grecia non farà mai le riforme per far cessare lo sperpero di soldi pubblici (anche perché vivere al di sopra delle proprie possibilità e con i soldi degli altri è bellissimo) almeno fino a quando al governo ci saranno i neo marxisti-rivoluzionari-anticapitalisti (però se i capitali ce li mettono altri Paesi un po’ di capitalismo si può tollerare!) di Syriza.
- L’Unione Europea, la Banca Centrale Europea ed il Fondo Monetario Internazionale continueranno a foraggiare anche se in modo minore la Grecia (anche con gli “aiuti umanitari”) tenendola in vita artificialmente per i seguenti motivi: 1) la Grecia non deve uscire dall’UE perché sarebbe un dichiarato fallimento politico del progetto europeo con scenari elettorali facilmente prevedibili all’interno dei singoli Stati membri , 2) è impensabile avere un Paese alla fame nel cuore dell’Europa, 3) soprattutto bisogna evitare a tutti i costi che gli avvoltoi (Russia e Cina) che girano sulla Grecia se ne impossessino con tutte le conseguenze geopolitiche che ne deriverebbero.
- La Grecia non restituirà mai i soldi presi. Gli stati come L’Italia possono stare tranquilli che non riavranno mai i loro soldi.
Dopo la vittoria del NO (solo gli supidi avrebbero votato SI) ho visto molti politici italiani (destrorsi, sinistrorsi sia pre che post comunisti, leghisti , grillini) festeggiare insieme al popolo greco. Ma sono stupidi o cosa? A questi morti di sonno gli hanno appena comunicato che l’Italia ha ufficialmente perso circa 50 miliardi di euro e loro festeggiano? Alla notizia che l’Italia, che non ha i soldi per pagare le pensioni ai propri pensionati, dovrà pagare probabilmente le pensioni ai greci i nostri politicanti esultano? E’ sicuro che i greci siano particolarmente furbi ma è anche sicuro che (alcuni) gli italiani siano particolarmente scemi.
Concludendo. Alla domanda: chi pagherà il conto alla Grecia? La risposta è una sola: i soliti che fino ad ora hanno sempre pagato.
P.S. Da questa vicenda ho appreso una cosa: se dovessi aver bisogno di soldi ora saprei perfettamente da chi farmeli prestare. Se poi non riuscissi a saldare il debito farei la loro felicità!
Emanuele Laina