Sequestrati i beni a due usurai

03 Febbraio 2015: FONTE -Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere-

La Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere ha disposto in data odierna, in esecuzione di un decreto del G.I.P. sede, il sequestro preventivo, ex art. 12 sexies L. 356/92, di beni immobili, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie nella titolarità di:
-PONTILLO Angelo, nato a Capodrise il 2.11.1961 ;
-RICCIARDI Marco, nato a Marcianise il 22.3.1960;
gravemente indiziati del reato di usura continuata aggravata in concorso, ai sensi degli artt. 110, 81, 644 comma 5 n. 4) c.p. Le indagini, condotte dalla Stazione dei carabinieri di Macerata Campania e coordinate da questa Procura (Sezione Criminalità economica), hanno preso avvio nel 2012 e hanno consentito di far luce su un vasto giro di prestiti di carattere usurario gestito dagli indagati, anche con la complicità di altri soggetti, in danno di imprenditori e operatori commerciali del casertano.
I tassi di interesse applicati si aggiravano tra il 7% ed il 10%, al mese. La complessa attività investigativa, svoltasi in una prima fase attraverso intercettazioni, perquisizioni e sequestri, si è avvalsa successivamente della collaborazione di alcune delle vittime, apparse da subito, nel corso delle conversazioni captate, in situazione di estrema frustrazione psicologica e costrette, in alcuni casi, a cedere immobili e/o ad operare forniture di merci e materiali in favore degli indagati per estinguere i debiti contratti.
In tale quadro, nel dicembre 2012, si procedeva all’arresto del Pontillo e del Ricciardi, in esecuzione di un decreto di fermo disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Nella medesima circostanza veniva imposto il divieto di dimora nella provincia di Caserta a tale
-ZARRILLO Simmaco nato a Marcianise il 05.03.1965 indagato nel medesimo procedimento, in quanto coinvolto in alcune delle vicende usurarie oggetto di indagine.
L’adozione delle misure cautelari personali si rendeva necessaria, atteso che gli indagati, percepita in qualche modo l’esistenza di un’attività di indagine a loro carico, avevano dato inizio ad una intensa e capillare opera di “avvicinamento” delle vittime, volta ad indurre le persone offese a rendere agli organi inquirenti versioni di comodo, e a tal fine prospettando loro, in qualche caso, la possibile remissione dei debiti residui.
In una circostanza uno degli indagati, al fine di eludere le investigazioni e di evitare possibili intercettazioni delle conversazioni, aveva convocato le proprie vittime all’interno di una cripta del cimitero di Capodrise, sollecitando in maniera minacciosa il pagamento dei debiti ed invitando le vittime stesse a non collaborare con l’Autorità
giudiziaria.
Solo dopo l’arresto degli indagati alcune delle vittime più reticenti, che, in una prima fase, avevano ostinatamente negato di avere fatto ricorso a prestiti usurari, si erano aperte con gli investigatori, ricostruendo nei dettagli i rapporti economici con gli indagati e le condizioni “capestro” loro imposte.
Successivi accertamenti, eseguiti dal reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Casetta, sezione patrimoniale, su delega della Procura delle Repubblica di Santa Maria, diretti a verificare le disponibilità patrimoniali degli indagati, hanno consentito di rilevare in capo al Pontillo ed al Ricciardi, e ai loro rispettivi nuclei
familiari, una accumulazione patrimoniale del tutto sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati nel corso degli anni e ai proventi delle attività lavorative svolte dagli indagati e dai loro prossimi congiunti: di qui la richiesta di sequestro dei beni formulata dalla Procura della Repubblica, integralmente condivisa dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria CV.
Il provvedimento odierno di sequestro ha riguardato tre ville, otto appartamenti, terreni, locali ad uso commerciale, depositi e rimesse, ubicati in vari comuni della provincia di Caserta, per un valore complessivo stimato di oltre 6 milioni di euro, nonché autovetture di lusso e conti correnti nella disponibilità degli indagati e dei loro prossimi
congiunti, i cui saldi attivi risultano in fase di accertamento.

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