GdF Torino: contrabbando e riciclaggio, sequestrati preziosi per 129 mln di euro

20 ottobre 2014 FONTE – FashionMag.com.

Nell’ambito di indagini, coordinate dalla Procura di Ivrea, nei confronti di un’organizzazione criminale dedita al contrabbando, riciclaggio, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori all’estero la GdF di Torino ha sequestrato pietre preziose per un valore stimato in 129 mln di euro. L’operazione è stata chiamata “Black Stone”.

I finanzieri di Ivrea, dopo la scoperta di ingenti esportazioni di pietre preziose in Svizzera da parte di due italiani (G.M 55 anni di Cerignola e D.B. 67 anni di Torino), uno dei quali segnalato anche dall’Agenzia delle Entrate, ha intrapreso articolate indagini per ricostruire la loro provenienza e le ragioni delle anomale ed incoerenti movimentazioni. Un primo lotto di preziosi esportati, per un valore stimato di circa 61 milioni di euro, non risultando legittimamente detenuto dai due, è stato sequestrato in Svizzera con la collaborazione delle autorità doganali elvetiche.

In violazione delle norme in materia doganale, la banda importava ingenti quantità di pietre preziose direttamente dai luoghi di estrazione, attraverso intermediari asiatici. Le pietre venivano poi catalogate e periziate in Italia da un faccendiere ed un gemmologo compiacenti e quindi esportate, tramite presunti broker e consulenti aziendali, da alcuni “prestanome” per essere infine depositati in banche all’estero.

I rubini, gli smeraldi e gli zaffiri venivano utilizzati da personaggi formalmente estranei al proprietario come garanzie reali per ottenere crediti, anche attraverso la presentazione di progetti edili in realtà mai realizzati. Le somme così percepite venivano reimpiegate in attività finanziarie ad alta remuneratività in Paesi a fiscalità privilegiata.

Avendo fondati motivi che un’ulteriore partita di rubini, zaffiri e smeraldi fosse giunta in Italia, pronta per essere smistata tra Malta e la Svizzera, il 13 ottobre scorso la Procura di Ivrea ha delegato mirate perquisizioni domiciliari presso le residenze, domicili e studi professionali degli indagati, eseguite con l’impiego di 40 finanzieri. Le attività svolte hanno consentito di porre sotto sequestro ulteriori pietre preziose per un valore stimato, dalle certificazioni acquisite, di circa 68 milioni di euro.

Nel corso delle ricerche sono stati rinvenuti smartphone, tablet, PC ed altra documentazione usata dagli indagati come mezzi di comunicazione ed archiviazione dati, nonché tre casseforti. Dentro sono stati trovate e sequestrate anche 35 statuette, una sezione di un corno di elefante e due collane d’avorio, importate e detenute in violazione della Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione. L’operazione è ancora in corso per definire la valutazione commerciale e la provenienza delle pietre preziose, il valore delle imposte evase nonché il ruolo e le responsabilità di ciascuno dei coinvolti.

Altre sei sono le persone finora indagate, tra cui una 63enne di Torino, C.N., già nota per pregresse truffe nel settore, che avrebbe coordinato e curato le operazioni in Italia ed all’estero. Ad essa si aggiungono G.T. di 45 anni di Fossano (Cuneo), C.M. 44 anni di Piacenza, P.A. 58 anni di Città di Castello (Perugia), S.B. 40 anni dell’India e G.B. 69 anni di Lombardore (Torino).

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