Gli atleti della forestale e l’associazione libera sbarcano a Lampedusa

06 ottobre 2014 FONTE – Web News Corpo Forestale.

Ultima tappa per “Libera la Natura”, il progetto organizzato dal Gruppo Sportivo del Corpo forestale dello Stato e dall’Associazione LIBERA, nomi e numeri contro le mafie. Il giro d’Italia che porta i ragazzi delle scuole italiane a correre nelle terre “liberate” dalle mafie chiude il suo 2014 a Lampedusa. L’appuntamento è per martedì 7 ottobre, con una staffetta che coinvolgerà direttamente più di cinquecento studenti dell’isola, ma idealmente anche tutti coloro che in questi anni sono approdati su questo estremo lembo d’Italia in cerca di un rifugio, di una vita diversa, e in ricordo dei tanti, tantissimi, che in questa corsa sul mare la vita l’hanno persa. Un momento di sport, dunque, ma insieme di aggregazione e di memoria, a cui parteciperà, dando il via alla staffetta, don Luigi Ciotti, presidente di Libera.
Il Corpo forestale dello Stato da qualche anno collabora con l’Associazione Libera, attraverso un protocollo d’intesa sostenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per diffondere, divulgare e promuovere uno sport sano che sia veicolo di valori come il rispetto dell’altro, delle regole e del proprio corpo, per combattere e prevenire l’illegalità dilagante nel mondo dello sport. L’obiettivo per tutti è diffondere una cultura fondata sul senso civico che possa contrapporsi alla logica camorristica, per costruire insieme comunità sane e solidali.
“Libera la Natura”  nasce proprio per questo, quattro anni fa: portare lo sport in quei pezzi d’Italia liberati dalla mafia, in terre confiscate alla criminalità e riconsegnate ai cittadini a cui erano state sottratte. Terre da “ribattezzare” con il sudore pulito dei ragazzi che vogliono e meritano un paese più sano e più civile.
Il viaggio di quest’anno si chiude a Lampedusa perché è una di queste terre,  con la morsa della mafia che qui si manifesta attraverso la tratta degli esseri umani. E quelle storie di donne, uomini, bambini, che non hanno nome e che vedono l’isola come il traguardo estremo e rischioso di una speranza irrinunciabile, sono storie che ci toccano da vicino e riguardano le coscienze di tutti noi. Ricordare quei nomi e quelle storie lo sentiamo come un dovere ed è importante onorarlo attraverso un momento di vita e di gioia, rappresentato da una corsa per le strade dell’isola. Una giornata di sport ma non soltanto. Come spiega don Ciotti: “Correte, ragazzi, e sentitevi liberi, sentitevi vivi. Corriamo tutti insieme, in staffetta. Facendo ciascuno la propria parte e passandoci di mano il testimone della nostra responsabilità e del nostro impegno”.

 

 

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