Medio Oriente: 67 italiani impegnati nei progetti di risposta alle crisi umanitarie di Gaza, Iraq e Siria con le ONG di AGIRE

15 settembre 2014 FONTE – Web News CRI.

Sono 67 in questo momento glioperatori umanitari italiani impegnati nei progetti di emergenza a favore dellepopolazioni coinvolte nelle crisi umanitarie di Gaza, Iraq e Siria a nome di 9organizzazioni della rete di AGIRE. 28, invece, gli operatori della CROCE ROSSAITALIANA arrivati in Turchia il 10settembre e pronti a partire in convoglio verso Sumel, nel nord dell’Iraq.
Quasi tutti hanno una laurea e unMaster specifico, la maggior parte di loro parla più lingue, tra cui l’arabo. Tuttihanno già esperienza di lavoro in aree di sviluppo o di emergenza umanitaria. E tante sono le donne che hanno fatto questascelta. Accanto a un grande bagaglio di preparazione e conoscenza del lavoro“sul campo”, sono partite con una forte motivazione personale, con la certezzache “portare aiuto” sia doveroso e chelo si debba fare in maniera neutrale, svincolati da qualsiasi potere politico,perché le vittime sono vittime, a qualsiasi schieramento appartengano.
“Sicuramente come donna rifletto in modo particolare al crescendo diviolenze perpetrate in questo periodo dall’ISIS a danno della popolazionefemminile. Non nego che ci possano essere dei momenti in cui tutti noi abbiamoprovato un sentimento di timore, ma ciò ci permette di essere ancora piùrigorosi con le regole di sicurezza che siamo tenuti ad osservare” racconta Elisa Alghisi, responsabileprogetti Terre des Hommes in Iraq. “Nellavoro quotidiano e nella relazione diretta con i profughi, però, non penso airischi. Sei in relazione con persone che hanno bisogno di aiuto perchè hannoperduto tutto. In quei momenti non penso alla mia sicurezza personale, ma allapossibilità che ho di risolvere, almeno in parte, un loro grave problema”.
E sicuramente di problemi da risolverei 12 milioni di profughi e rifugiati delle guerre in Iraq, in Siria e a Gaza,ne hanno tanti. Il principale resta il bisogno di un alloggio o almeno di unrifugio sicuro. Ma l’accesso all’acqua potabile, al cibo, a cure medicheadeguate, a servizi educativi che sostituiscano la possibilità perduta di unpercorso scolastico regolare, sono necessità altrettanto urgenti. Il supportopsicologico è poi indispensabile per coloro che hanno vissuto in maniera piùdiretta la violenza della guerra. Per tutti resta il trauma di aver lasciato lapropria casa, il proprio lavoro, di aver perso amici, punti di riferimento,affetti.

A Gaza sono ancora 63 mila gli sfollati all’interno delle scuole, ilnumero più alto mai registrato dopo il picco di ostilità del dicembre 2008.Oggi si contano 60 mila abitazioni distrutte, l’elettricità è assente per 18ore al giorno, l’accesso all’acqua è impossibile per circa 450 mila persone. Aquindici giorni dal cessate il fuoco sono 2,132 i palestinesi e 71 gliisraeliani vittime dei 50 giorni di fuoco.

In Iraq sono inatto distribuzioni di cibo e beni di prima necessità tra cui tende, materassi,kit per l’igiene personale e taniche per l’acqua. Ad Erbil sono atterrati 45aerei cargo con 6,7 tonnellate di aiuti umanitari. Per la prima volta da maggio2014 sono riprese le attività di distribuzione di cibo nel governatorato di Al-Anbar, in cui 76 mila persone necessitano di immediata assistenza alimentare.
In Siria sono ormai 3 milioni le persone che hannoabbandonato il paese trovando rifugio negli stati confinanti. Per questi,spesso ospitati all’interno di tende e rifugi temporanei, l’imminente arrivodell’inverno rappresenta una grave minaccia. La comunità internazionale sta attivandosicon distribuzioni di coperte, stufe a gas, vestiti e dove possibilel’installazione di rifugi in grado di affrontare le temperature invernali. Ilgoverno turco ha fatto appello di maggior supporto alla comunità internazionaleper coprire i bisogni dei 1.2 milioni di siriani ospitati nel paese. In Libanol’accesso agli aiuti umanitari nella zona di Arsal è impedito dalle frizionitra le forze armate del paese e i miliziani siriani. Mentre in Iraq il futurodi circa 215 mila siriani ospitati nel campo di Al Qa’im rimane incerto.
AGIRE e CROCE ROSSA ITALIANA hanno lanciato un appello nazionale diemergenza sulle crisi umanitarie in Medio Oriente. I fondi raccolti servirannoa sostenere i programmi di emergenza della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e delleONG di AGIRE che stanno già garantendo ripari sicuri, acqua, cibo, medicine,kit igienici e supporto scolastico nelle aree più martoriate.
E’ possibile fare una donazione attraverso i seguenti canali:
·        Numero Verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì dalle h.09.00 alleh.18.00)
·        On-line: con carta di credito, Paypalo PagoInConto (per clienti del gruppoIntesa Sanpaolo) sul sito www.agire.it
·        Banca: con bonifico bancario su conto corrente IT64 R 03359 01600 100000013915 intestato ad AGIRE onlus, presso BancaProssima, Causale: “Emergenza MedioOriente”
·        Posta: con bollettino postale sul conto corrente postale n.4146579 o bonifico postale al seguente IBAN: IT 64 M 07601 03200 000004146579, intestato ad AGIRE onlus, Via Aniene 26/A – 00198 Roma, Causale:“Emergenza Medio Oriente”

 

Condividi

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sponsor

Articoli correlati