12 luglio 2013 h. 1436:
All’inizio ho pensato di avere capito male, poi la notizia l’ho risentita e non ci credevo infine ho verificato e ho fatto una scoperta agghiacciante: la notizia è vera! Lo Stato italiano risarcirà con 8 euro al giorno i detenuti per ogni giorno di trattamenti degradanti subiti in carcere. Questo è quanto previsto in una proposta di decreto legge presentata al Consiglio dei Ministri dopo che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, aveva accertato la violazione da parte dell’Italia della Convenzione europeache pone il divieto di pene disumane, per colpa del sovraffollamento nelle carceri. Per l’articolo 3 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo si è in presenza di condizioni inumane quando un detenuto è costretto a vivere in uno spazio inferiore a 3 metri quadri. Dunque questa geniale proposta ha il fine di dar seguito alle direttive dei giudici europei. Il Consiglio Europeo ha “promosso’”sulla fiducia l’Italia lo scorso giugno, per gli interventi sull’emergenza carceraria e questa promozione ora ce la dobbiamo meritare. Dalle istituzioni europee continuano ad arrivare solo grandi cose! Senza entrare troppo nel merito di come la legge prevedrebbe il pagamento dell’indennizzo, a chi, a quali condizioni e sulla sua copertura economica la notizia porta a delle dovute riflessioni.
Il detenuto, nella maggioranza dei casi, si trova in carcere perché ha commesso un reato e al giorno d’oggi per trovarsi in carcere il reato commesso deve avere pure una certa gravità altrimenti con le leggi attuali chi delinque del carcere potrebbe ignorarne l’esistenza. Forse colui che ha pensato questa legge avrà considerato il carcerato come un onesto cittadino che per ragioni oscure e per volontà di una entità malvagia si è svegliato una mattina in una cella non troppo confortevole e ora bisogna fare di tutto per liberarlo e far si che il bene trionfi. Se non riesce proprio a liberarlo da questa costrizione non rimane altro che indennizzarlo come a scusarsi del proprio fallimento. Prossimo passo per la risoluzione del problema del sovraffollamento potrebbe essere all’abolizione di tutto il codice penale e l’abbattimento fisico di tutti gli istituti penitenziari. Questa idea la si potrebbe proporre alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il diritto in origine prevedeva che se un cittadino commetteva dei reati sarebbe dovuto andare in carcere per un tempo proporzionale alla gravità dei reati. Poi con il passare del tempo la società si è evoluta, sono nate nuove istituzioni sovranazionali, la Comunità Europea, la Corte Europea (come se in Italia non fosse bastata la nostra efficientissima Magistratura!), e si è pensato che anche i detenuti giustamente debbano avere dei diritti. Tanto che ci siamo evoluti che siamo arrivati a dover risarcire i detenuti perché lo Stato non riesce a fargli scontare la pena in modo “evoluto”.
Ormai alla favola che i giuristi e filosofi garantisti ci raccontano che il carcere deve servire per rieducare i detenuti non ci crede più nessuno. Chi entra in carcere una volta ha buone possibilità di ritornarci, inoltre la popolazione carceraria in Italia è formata per la stragrande maggioranza da stranieri che usciti dal carcere non hanno altra destinazione se non di nuovo in carcere. Quindi se lo Stato dovesse pagare un’indennità a questi habitué del carcere probabilmente assisteremo alla nascita di una categoria di nuovi ricchi!
Per Stato non si deve intendere una entità astratta impersonale. Lo Stato inteso come ordinamento giuridico politico, per esercitare il potere sovrano si avvale di persone con nomi e cognomi ben precisi e facilmente individuabili nello scenario politico italiano del passato e del presente, nomi e cognomi che hanno portato al fallimento della Nazione e che continuano ad inventarsi leggi assurde per mettere continuamente pezze ai buchi da loro creati.
Non so se questo atto normativo verrà approvato o è già stato approvato ma sicuramente per risolvere il problema del sovraffollamento nelle carceri ci sono altre soluzioni tra le quali la più ovvia è quella di creare nuovi di istituti penitenziari magari riconvertendo in carceri le numerose caserme dismesse che la Difesa non riesce a vendere.
Inoltre se lo Stato dovesse risarcire tutte le categorie “costrette” a subire dei disagi si tengano pronti ad percepire delle indennità molti alunni e professori che studiano in scuole fatiscenti, molti militari che lavorano in caserme cadenti e operano con mezzi arretrati e poco efficienti, molti medici e pazienti ricoverati in ospedali obsoleti, molti impiegati pubblici che svolgono il loro lavoro in strutture vecchie e l’elenco potrebbe essere infinito. Sono sicuro che in moltissimi casi le persone facenti parte delle categorie elencate sono costrette a stare in uno spazio inferiore a 3 metri quadri. Peccato che per tutte queste categorie la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non si pronuncerà mai solo perché nessuno di loro ha mai commesso un reato!
Emanuele LAINA