Escalation militare nell’Est dell’Ucraina

28 Maggio 2014, ore 23,15 – FONTE – Stella d’Italia News – Ieri le forze militari ucraine hanno intimato ai ribelli separatisti di lasciare la città di Donetsk. La minaccia si è trasformata in una sanguinosa escalation militare. Elicotteri e caccia militari hanno bombardato senza sosta le postazioni nemiche nella battaglia per l’aeroporto internazionale della città. Il bombardamento è dilagato presto nei quartieri residenziali limitrofi dove i ribelli sono stati costretti a ritirarsi, fin presso la stazione centrale, dove i rivoltosi si sono trincerati in postazioni difensive improvvisate. Nelle adiacenze, la zona degli alberghi affollati di giornalisti e civili in cerca di rifugio.  L’esercito è deciso a proseguire l’azione «finché non ci saranno più terroristi nel Paese». Il presidente russo Vladimir Putin in una telefonata con il premier Matteo Renzi ha sottolineato la «necessità di porre fine immediatamente all’operazione militare «punitiva» nelle regioni sud-orientali e di stabilire il dialogo pacifico tra Kiev e i rappresentanti locali». Ma l’appello, in queste ore, non sembra trovare riscontro a Kiev. L’autoproclamata Repubblica popolare accusa le forze ucraine denunciando crimini contro l’umanità e i ribelli chiedono «l’intervento personale di Putin, in qualsiasi forma»: sperano che Mosca decida di intervenire militarmente. I fedeli a Kiev, invece, accusano la Russia di favorire l’ingresso nel Paese di «terroristi e mercenari». Blindati e militari armati hanno addirittura accerchiato il perimetro esterno della città per impedire l’afflusso di volontari pronti a difendere Donetsk. In molti, però, bene equipaggiati, sono arrivati nelle ultime 48 ore. Le ong russe si appellano all’apertura di corridoi umanitari per evacuare bambini, donne e anziani. Il conflitto nell’est dell’Ucraina, di cui hanno fatto le spese anche i quattro osservatori Osce, ora nelle mani dei ribelli, tiene alta la tensione della comunità internazionale, che ora deve fare di tutto per riportare la pace nel paese.

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