Musica Militare: i maestri direttori a convegno

23 ottobre 2013 – ore 22,15 – FONTE – Annamaria Cicchetti – I maestri direttori delle bande musicali militari a convegno con professori, musicisti del mondo civile e dirigenti del Ministero della Pubblica Istruzione.

Una giornata di lavori li ha visti impegnati, venerdì 18 ottobre, nella presentazione di alcune temi all’interno del Seminario “La Banda Musicale tra storia, formazione e creazione“.

Le Fiamme Gialle hanno avuto l’onore di organizzare il momento di lavoro, che addetti ai lavori si aspettavano da diversi decenni, nella sala Caravaggio del Circolo “Villa Spada” del Centro Logistico della Guardia di Finanza.

Il tema della banda musicale del Nuovo Millennio, sia in campo militare, sia in campo civile è un argomento che, più volte, ha cercato di decollare, ma ad ogni occasione di volo si è ritrovato sempre impegolato nelle maglie di una matassa, della quale è ancora difficile trovare il filo conduttore.

Il valore storico, culturale e formativo che la banda musicale riveste in Italia è stato oggetto della Giornata di Studi, nata dalla collaborazione tra il Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica, la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica e la Guardia di Finanza.

Lo scopo dell’iniziativa è stato approfondire, da un lato, la nascita della formazione bandistica e l’evoluzione dell’organico strumentale e del repertorio bandistico, temi di crescente rilevanza come attesta la recente istituzione nei Conservatori della cattedra di composizione e strumentazione per banda, dall’altro, mira a sottolineare il ruolo della banda musicale quale elemento determinante per la diffusione della cultura musicale, per la costruzione dell’identità del popolo italiano e per funzione di aggregazione e partecipazione dei cittadini alla vita civile e sociale.

Ma la banda musicale è solo aggregazione e partecipazione dei cittadini alla vita civile e sociale o in alcune occasioni come per le bande musicali militari è anche professione, cioè lavoro?

Un interrogativo che potrebbe ricevere più di qualche risposta.

I relatori hanno trattato vari argomenti, dal Rapporto tra le istituzioni musicale e la banda militare del Tenente Colonnello Patrizio Esposito della Banda Musicale dell’Arma Aeronautica, alla Banda Militare che incontra la scuola del Capitano Gino Bergamini, vice maestro della Banda della Guardia di Finanza, all’Organico strumentale Bandistico e la sua evoluzione storica nell’Italia del XIX secolo del Capitano di Fregata Antonio Barbagallo della Banda Musicale della Marina Militare.

La musica è un’arte: la si colloca in diversi ambienti; la si utilizza nel mondo socio-culturale ed assume anche valenza economica. Un musicista che presta la sua opera, il suo ingegno per un concerto e viene pagato dà vita ad una lavoro fino al punto di diventare una professione istituzionale.

Ed allora perché l’attività bandistica in Italia fa fatica a decollare?

In ambito militare, per tradizione, l’attività musicale è rappresentata da complessi musicali dipendenti dagli Stati Maggiori delle Forze Armate e dai Comandi delle Forze di Polizia, i cui componenti accedono tramite concorso pubblico eppure ci sono una miriade di giovani che svolgono la stessa attività in altri complessi musicali minori, che purtroppo non sono “ufficialmente” riconosciuti, infatti alcuni organismi musicali minori ancora mantengono la denominazione di Fanfara o di Musica d’Ordinanza, avendo a loro volta un organico da banda e dei strumentisti diplomati ai conservatori di musica.

Negli anni fine novecento, quando un ragazzo voleva intraprendere la carriera musicale si sentiva sempre ripetere che con la musica difficilmente si mangia, uno status che ha portato la banda ad essere relegata dietro l’orchestra e dietro i gruppi di musica moderna, fino al punto che molti giovani preferivano avviarsi ad attività sportive invece di imparare a suonare uno strumento musicale, pur ricevendo una sommaria educazione musicale alle scuole medie inferiori.

E’ un hobby che non produce il pane quotidiano, salvo però se non si accede ad una struttura militare o se alla meglio non si fa parte di una banda musicale il cui approccio con la retribuzione va aldilà della parola “volontariato”.

Al tavolo dello scorso 18 ottobre di addetti del Ministero della Difesa, che si occupano della “professione” del musicista militare non c’era alcuno.

Al Ministero della Pubblica Istruzione è demandato il compito di formare i cittadini che saranno poi i futuri lavoratori di uno Stato; quale importante motivo dovrebbe portare un figlio a scegliere un liceo musicale e successivamente una laurea al conservatorio di musica se poi non ha un percorso dettagliato nel campo lavorativo?

Di strade da percorrere ce ne sarebbero?

Una di queste potrebbero essere le bande musicali militari, ma prima che un neo laureato possa ambire ad un posto nell’organico di una delle bande musicali militari, dovrà attendere che il suo “pari strumento” vada in pensione ed allora?

Il Ministero della Difesa contempla nella sua organizzazione anche bande e fanfare di minor entità.

Solo l’Esercito italiano conta circa 14 tra fanfare e bande minori, se si calcola che ogni banda e fanfara ha un minimo di venti componenti, già 280 cittadini italiani sarebbero una forza lavoro che produce.

Eppure questi probabili 280 cittadini devono fare i conti con la carenza di regolamenti e decreti attuativi che li potrebbe formare, organizzare e magari dare una dignità professionale. Per non parlare poi delle altre Forze Armate.

E’ culturalmente onorevole discutere sulla storia della banda musicale, ma siamo nel 2013 e sarebbe stato più utile, in questo tempo di “crisi economica”, discutere della banda musicale quale forza lavoro per un paese come l’Italia, patria di valenti compositori a partire da Giuseppe Verdi, magari progettando anche delle immediate soluzioni.

Al convegno hanno partecipato anche il Maestro Massimo Martinelli della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri, il Tenente Colonnello Fulvio Creux della Banda Musicale dell’Esercito Italiano e il Vice Questore Aggiunto Maurizio Billi, maestro direttore della Banda Musicale della Polizia di Stato.

Il Maestro Leonardo Laserra Ingrosso della Banda Musicale della Guardia di Finanza ha presieduto il tavolo.

Per il Miur hanno presenziato: Luciano Chiappetta, Sabrina Bono, Carmela Palumbo, Annalisa Spadolini; altre autorevoli voci sono state quelli di Antonio Carlini, Roberto Giuliani, Carla Conti, Gianfilippo Pocorobba, Paolo Damiani, Lorenzo Gennaro Lazzeri dell’ANBIMA, Gregorio Mazzarese, Silvano Cortesi, Fabrizio Fontanot ed Enide Grillo.

Il comitato organizzatore è stato composto da: Paolo Damiani, Antonio Di Biagio, Enide Grillo, Carla Guetti, Leonardo Laserra Ingrosso ed Annalisa Spadolini. Hanno introdotto i lavori il Generale di Brigata Raffaele Romano, vice ispettore degli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza e il Professor Luigi Berlinguer, presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica.

Ci si augura, a brevissimo tempo, di sentir parlare dell’organizzazione di una seconda edizione, magari con all’ordine del giorno il futuro della forza lavoro chiamata “musicista militare”, affinché non si possa sentir dire, dopo la scelta della scuola superiore musicale .. che con l’arte si muore solo di fame!

Annamaria Cicchetti

(nella foto: musicisti Volontari dell’Esercito. Archivio Cicchetti)

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