Protezione ambientale e cartografia per nave Magnaghi in Sicilia

27 Giugno 2013 – ore 18,45 : FONTE – Marina Militare –

I ricercatori dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) hanno lasciato oggi Nave Ammiraglio Magnaghi con al seguito una serie di campioni da analizzare, raccolti all’interno della rada di Augusta, in collaborazione con il personale idro-oceanografo dell’Unità.

In laboratori specializzati, saranno condotte analisi granulometriche, tossicologiche e chimiche volte allo studio degli effetti del traffico marittimo in aree del Canale di Sicilia ad elevato traffico di imbarcazioni.
In particolare, la zona del porto commerciale di Augusta è considerata ad elevato impatto ambientale: studi precedenti effettuati dall’ISPRA hanno evidenziato come il traffico marittimo possa influenzare l’ambiente marino con effetti e modalità differenti, in termini di biodiversità , di inquinamento e modifiche di habitat.

Nei giorni 22, 25 e 26 giugno sono state effettuati prelievi di acqua all’interno ed all’esterno della rada e numerosi campionamenti di sedimento con benna da 5 litri lungo tre direttrici perpendicolari all’andamento della batimetria, su fondali di 5, 10 e 20 metri. I campioni saranno analizzati, secondo il protocollo del progetto Europeo “BIODIVALUE”.

Nave Magnaghi, nel corso della Campagna Idro-Oceanografica 2013, prenderà parte ad altre attività con questi Enti, forte delle sue capacità “dual use” che la rendono, oltre a strumento essenziale per la raccolta dei dati utili all’aggiornamento della documentazione nautica, piattaforma ideale per attività congiunte con centri di ricerca ed Università.

Nave Magnaghi, al Comando del Capitano di Fregata Marco Grassi, lascerà l’Arsenale della Marina Militare di Augusta alla volta del Canale di Sicilia dove continuerà l’indagine batimetrica in corso. In particolare, sarà determinata la morfologia di un area ampia 900 Km2 attorno all’Isola di Linosa (Isole Pelagie) tramite l’ecoscandaglio multifascio installato sullo scafo dell’unità .

 

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