India: il ruggito di San Marco e il raglio della Diplomazia

India 05 Aprile: ormai non è più un sospetto ma è una certezza che il governo del Kerala, con la complicità del governo centrale indiano, stia cercando di fabbricare delle prove per incriminare i nostri Fucilieri di Marina rapiti e tenuti ostaggio e questo, con tutta probabilità, per scoraggiare gli armatori e i governi delle navi oggetto di pirateria da parte di pirati operanti dalle basi sicure del Kerala dove “qualcuno” li protegge, arma e guida.

Visto che i frammenti di proiettili recuperati dalla imbarcazione di quelli che vengono detti innocenti pescatori ma su cui permane il dubbio possano essere, in effetti, pirati, sono compatibili con le armi in dotazione alla Nato, i nostri Militari per il governo ostile dell’India devo essere per forza colpevoli. Quindi, visto che l’esame balistico delle armi sequestrate non mostra compatibilità con le tracce delle rigature dei frammenti di proiettili allora deve, necessariamente essere stata nascosta o gettata in mare l’arma del presunto delitto.

Quindi rinnovo dell’atto di pirateria consistente nel sequestro dell’Enrica Lexie, nuovo rinnovo dell’atto di rapimento dell’equipaggio della nave italiana e dei quattro altri Fucilieri di Marina, tutti ostaggi di un governo apertamente criminale nei suoi comportamenti e che si poggia alla solita magistratura da terzo mondo asservita alla politica.

E, ovviamente, nuovo interrogatorio dei nostri immensamente dignitosi Fucilieri di Marina chiusi da un mese in una lurida prigione indiana e sottoposti a una umiliante privazione della libertà mentre indossano l’uniforme di Militari in servizio nella Marina Militare Italiana, rappresentanti di uno Stato che, fino a ora, non ha saputo fare di meglio per loro che belare e ragliare profferte d’amicizia e stima verso i sequestratori e stentate rimostranze fatte a mezza voce.

Ma durante l’interrogatorio il carattere indomito dei Fucilieri di Marina ha dimostrato a noi e al mondo che c’è un’altra Italia, quella che mantiene la schiena dritta nelle avversità, quella che non si piega e che, orgogliosamente, è rappresentata dal Leone di San Marco.

I nostri Militari, prigionieri di un governo corrotto che li tiene in ostaggio, hanno risposto come si fa a nemici in guerra: «In base alle istruzioni ricevute dal nostro governo non siamo disponibili a rispondere, perché non riconosciamo la vostra giurisdizione sul nostro caso».

Il Leone ha ruggito, speriamo che la DIplomazia smetta di ragliare.

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Commenti

1 commento

  1. Sono giorni che ripeto che gli Indiani non hanno prove e che stanno cercando di fabbricarle per incriminare i Nostri Fucilieri di Marina.
    Hanno fatto bene i due Fucilieri di Marina a rispondere picche a chi cerca di nascondere la verità e di cambiarla.
    Il nostro Governo impari da loro e prenda immediatamente provvedimenti seri nei confronti del Governo Indiano.
    Questa storia deve immediatamente finire.

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