Bologna: frodi sul web da Londra, 5 arresti

27 Agosto 2013 – ore 13,50 : FONTE – Polizia di Stato –

Internet ancora una volta utilizzato per la commissione di frodi informatiche transfrontaliere. La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna, coordinata dal Servizio di Roma, sollecitata nello scorso mese di aprile dall’ufficio londinese di Her Majesty’s Revenue and Customs (Ufficio delle Entrate) avviava un’attività di indagine per individuare da quale punto della rete internet provenivano false dichiarazione di redditi al sistema fiscale inglese e le successive fraudolente richieste di rimborso.

Le informazioni provenienti da oltremanica consentivano di acclarare che un consolidato gruppo criminoso si era illegalmente procurato circa settecento identità di cittadini inglesi e dopo aver effettuato false dichiarazioni dei redditi richiedevano, a nome degli ignari titolari, i rimborsi delle tasse, facendoli accreditare su conti correnti creati ad hoc.

L’intervento puntuale della Procura di Bologna, avviato a seguito di un incontro con le autorità inquirenti e di polizia britanniche, avvenuto nel mese di maggio, permetteva di individuare nel cittadino nigeriano L.M.O. di 35 anni il leader del sodalizio che effettuava materialmente, con conclamata abilità informatica, le operazioni di registrazione e di richiesta di rimborso on-line dalla propria postazione telematica di Bologna. Quest’ultima veniva costantemente monitorata dagli investigatori italiani per osservare i movimenti dell’indagato che faceva frequentemente la spola con Londra ove si recava per tessere le fila dell’organizzazione.

La collaborazione con le autorità inglesi si rivelava indispensabile per approntare una richiesta di rogatoria in quanto i delitti commessi dall’associazione criminale, consistenti in “frode fiscale” e “riciclaggio” prevedono, nel sistema giudiziario inglese, rispettivamente le pene massime dell’ergastolo e quattordici anni da scontare nelle carceri di Sua Maestà.

Sabato 24 agosto, accertato che il L.M.O. si sarebbe recato in territorio inglese, veniva organizzato un servizio di osservazione per verificare la partenza e dare il via alle operazioni. Sul suolo inglese venivano arrestati i cinque componenti del gruppo, tutti di origine nigeriana ma stanziati da parecchio tempo in Inghilterra. Il materiale informatico e cartaceo ritrovato dalla Polizia delle Comunicazioni durante le attività di perquisizione in Italia, alle quali prendevano parte anche due alti funzionari dell’HMRC giunti per l’occasione con urgenza a Bologna, effettuate presso l’abitazione bolognese del L.M.O. risultavano a dire degli inglesi molto rilevanti ai fini probatori. Fonti anglosassoni riferivano che i fraudolenti tentativi di rimborsi riguardavano somme per 500.000 sterline con un danno per il sistema britannico consistente.

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