Arrestati tre imprenditori per bancarotta fraudolenta

24 Maggio 2013 – ore 15,45 : FONTE –GdF Comando Provinciale di Treviso –

Arrestati tre individui per bancarotta fraudolenta al termine di una complessa attività investigativa eseguita ad ampio raggio dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Treviso nell’ambito del fallimento di una società per azioni operante nel settore dell’edilizia e della produzione di materie plastiche. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, già all’inizio dell’anno, avevano accertato distrazioni di beni e denaro, riferibili a due aziende dichiarate fallite nel 2010 dal Tribunale di Treviso, perpetrate dall’amministratore di diritto, il quale era stato così tratto in arresto in data 06 febbraio 2013. Gli ulteriori sviluppi dell’indagine hanno poi consentito di individuare la presenza di tre amministratori di fatto, identificati solo attraverso meticolosi e minuziosi riconoscimenti fotografici, i quali avevano fatto ricorso a false generalità utilizzando nomi di pura fantasia, con l’evidente finalità di sfuggire alle pretese dei creditori ed alla Giustizia. Grazie alle consistenti fonti di prova acquisite dalle Fiamme Gialle, il G.I.P. del Tribunale di Treviso ha disposto tre misure cautelari. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di uno degli indagati è stata  eseguita alle prime ore del mattino di ieri a cura dei finanzieri della Compagnia di Foggia, che ne hanno poi curato la traduzione presso la locale Casa Circondariale; per i rimanenti due, di cui uno residente nel trevigiano e l’altro nel citato capoluogo pugliese, sono invece stati disposti gli arresti domiciliari, eseguiti anch’essi nella giornata di ieri. L’indagine, così conclusa, ha permesso di evidenziare come il sodalizio criminale scoperto fosse, oramai da tempo, dedito alla acquisizione seriale di aziende decotte, non solo trevigiane, che venivano poi portate definitivamente sul baratro dell’insolvenza attraverso la preventiva e preordinata distruzione della contabilità e la conseguente distrazione dei patrimoni aziendali, stimati, al termine dell’indagine, in oltre 5 milioni di euro.

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