Scoperta in provincia di Viterbo una frode fiscale per 4 milioni di euro e sequestrati conti correnti per 2,8 milioni di euro.

13 Aprile 2013 – ore 12,30  : FONTE – GdF Comando Provinciale di Viterbo  –

Dopo articolate indagini ed accertamenti nel settore delle costruzioni di infrastrutture per le reti ferroviarie, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Viterbo ha individuato una frode fiscale per oltre 4 milioni di euro. L’attività fraudolenta, commessa grazie all’emissione e  utilizzazione di fatture false, ha visto coinvolte cinque società ed una ditta individuale situate nelle provincie di Viterbo, Terni e Roma.

In estrema sintesi, un imprenditore operante nel viterbese emettendo fatture per operazioni mai avvenute nella realtà ha consentito ad altre compagini societarie operanti nella Capitale di portare nei bilanci costi mai sostenuti conseguendo così il vantaggio di abbattere il proprio reddito ed, in definitiva, di pagare meno imposte. D’altro canto l’imprenditore viterbese, a cui le fatture false venivano saldate con bonifici bancari, restituiva tutti gli importi ricevuti trattenendo per se il 50% dell’Iva evidenziata sui documenti e che rappresentava il suo guadagno netto. Superfluo dire che le società facenti capo a tale ultimo soggetto risultano non aver versato all’erario alcuna imposta.

Al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Viterbo nella persona del Dott. Renzo Petroselli, sono stati altresì individuati nella disponibilità di tutti i soggetti coinvolti conti correnti per complessivi 2,8 milioni di euro, sottoposti a sequestro preventivo come da apposito decreto emesso dal GIP presso il Tribunale di Viterbo. Tale circostanza rappresenta una vera e propria novità per la provincia viterbese in quanto dal 2008 (anno di entrata in vigore della legge 244/2007) è la prima volta che viene eseguito un sequestro cosiddetto per “equivalente”. In questo caso il tempestivo intervento dei finanzieri è riuscito ad assicurare all’erario delle somme che, altrimenti, col passare del tempo, non sarebbe più stato possibile recuperare attesa l’attitudine dei soggetti emettitori di fatture false a sparire senza lasciare alcuna traccia

Sono in tutto 6 le persone – tutte di nazionalità italiana- denunciate per emissione ed utilizzazione di fatture false, frode fiscale ed associazione per delinquere. Tra di loro, singolare è la figura di un direttore di una nota radio romana che, sebbene non rivestisse alcun ruolo nelle società coinvolte, si incaricava di reperire imprenditori in difficoltà disposti a prestarsi alla commissione delle frodi fiscali in cambio di guadagni irrisori.

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