LO SQUADRONE CARABINIERI ELIPORTATO CACCIATORI “SICILIA”

2 Aprile 2019: FONTE – Raffaele Fusilli/Stella d’Italia News

Testo Raffaele Fusilli
Foto Raffaele Fusilli, App. Sc. Alessandro Parisi

Reparto ad elevatissima specializzazione, che (secondo la migliore tradizione dell’Arma) opera coniugando procedure eminentemente militari e tecniche di polizia, lo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “SICILIA” è stato istituito dal Comando Generale dell’Arma il 13 maggio 2017 presso l’aeroporto militare “Cosimo Di Palma” di Sigonella (CT), presenti il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, ed il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, su autorizzazione del Ministero della Difesa.
Il Reparto è posto alle dirette dipendenze del Vice Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia” di stanza presso la Caserma “Dalla Chiesa” di Palermo.
Lo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “SICILIA” (cui elemento distintivo è il caratteristico basco rosso) forte dell’esperienza maturata dagli omologhi

Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “CALABRIA”, istituito il 1° luglio 1991 con sede presso la Base Logistica Operativa dell’aeroporto “Luigi Razza” di Vibo Valentia, la stessa dell’8º Nucleo Elicotteri Carabinieri che ne fornisce il supporto, inserito nella struttura ordinativa del Comando Legione Carabinieri “Calabria”,
Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “SARDEGNA”, istituito il 1° settembre 1993, con sede ad Abbasanta (OR),

che perlustrano rispettivamente Aspromonte e Barbagia, ha il seguente organico:

Comandante;
Squadriglia Comando e Servizi;
2 Plotoni Cacciatori, ciascuno su 4 Squadriglie di 6 unità comprendenti istruttori di tiro, istruttori di difesa personale, pattugliatori scelti, rocciatori e tiratori scelti.

Il Reparto, focalizzato nel contrasto al crimine organizzato, esercita un capillare controllo del territorio battendone le zone più inaccessibili; inoltre, per particolari esigenze, può integrare temporaneamente il dispositivo dell’Arma in altre Regioni e rafforza, con aliquote di forza ed entità variabile, i servizi svolti dai Comandi Territoriali della Sicilia; concorre, inoltre, ad operazioni di soccorso in caso di pubbliche calamità ed in attività di ricerca persone disperse in zone impervie.
L’elevato profilo professionale dei Cacciatori, frutto di accurata preparazione del personale nelle varie specialità operative, prevede tecniche di controguerriglia proprie di reparti speciali con impiego di elicotteri (del 12° NEC di Catania Fontanarossa), nonché la disponibilità di apparecchiature ad avanzata tecnologia, tra cui sofisticati apparati di localizzazione individuale satellitare, estremamente utili in ambienti naturali difficili come le zone montuose di Calabria, Sardegna e Sicilia.
Data la pericolosità e l’onerosità del servizio svolto, il personale che per quattro anni presta servizio presso lo Squadrone acquisisce il diritto ad essere trasferito nella regione gradita.

Selezione e reclutamento Solitamente i primi mesi di ogni anno viene emessa l’interpellanza per accettare la quale gli aspiranti devono aver maturato almeno 2 anni di servizio presso Comandi Mobili o Territoriali e, se originari della Sicilia, almeno 4 anni fuori regione; superate le rigide selezioni fisiche, gli stessi sono quindi inviati presso il Reparto Addestrativo del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “TUSCANIA” dove seguono un corso di otto settimane.
Sotto la diretta supervisione degli istruttori del Reggimento, i frequentatori acquisiscono cognizioni di:

addestramento al combattimento;
addestramento al tiro;
discesa fast-rope da torre d’ardimento ed elicottero;
impiego di mezzi-apparecchiature speciali ed esplodenti;
topografia;
trasmissioni.

Una volta al Reparto d’impiego e per tutto il periodo di attività quali Cacciatori, essi sono sottoposti ad un intenso addestramento volto ad incrementare lo standard operativo nei ruoli ricoperti all’interno delle Squadriglie, almeno un giorno alla settimana è infatti dedicato a:

educazione fisica, difesa personale e tecniche di disarmo (Krav Maga)
esplorazione tattica (ricognizione ed acquisizione obbiettivi);
fenomenologia della criminalità organizzata;
tecniche avanzate CQB (Close Quarters Battle);
tecniche di primo soccorso;
tecniche particolari di tiro; topografia;
addestramento roccia.

Un numero variabile di membri del Reparto consegue poi le seguenti specializzazioni:

istruttore d’ardimento;
istruttore di difesa personale;
istruttore di tiro;
pattugliatore scelto;
rocciatore di 1° e 2° livello;
tiratore scelto.

Procedure operative L’unità operativa minima dello Squadrone è costituita dalla Squadriglia che opera in un’Area di Responsabilità, corrispondente al territorio di un Comando Compagnia, che opera in due modalità principali:

missioni autonome, effettuando attività di indagine e raccolta informazioni con l’appoggio del comando competente per territorio; missioni SAT (Supporto Arma Territoriale), effettuando ricognizione preventiva dell’obiettivo e pianificando l’attività di concerto con il comando richiedente il supporto.

La squadra ha il compito di organizzare settimanalmente tipologia, modalità e tempi dei servizi da effettuarsi, ragguagliando poi dettagliatamente i comandanti Plotone e Squadrone che ne autorizzano le attività.
Operare in aree sottoposte al controllo capillare delle cosche, assimila l’attività dei Cacciatori ad altre più propriamente militari quali esplorazione tattica, interdizione e controinterdizione d’area, identificandosi in una particolare forma di lotta alla criminalità che (sia pur derivante da tecniche di combattimento impiegate in conflitti a bassa intensità) comporta:

pianificazione accurata;
infiltrazioni ed esfiltrazioni occulte e diuturne di pattuglie condotte spesso per più giorni consecutivi;
ricognizione e acquisizione diuturna e prolungata di obiettivi;
rastrellamenti per la ricerca di tracce di movimenti sospetti su vie di comunicazione ritenute sensibili;
irruzioni in casolari, ovili ed anfratti naturali utilizzati come rifugio da latitanti o presunti tali.
reti POA (Posti Osservazione e Allarme) per monitoraggio e controllo di movimenti sospetti allo scopo di impedire comunicazioni vitali tra affiliati alle cosche o che, in condizioni di sicurezza per gli operatori, consentano blocco e controllo di soggetti in movimento sospetto su sentieri secondari.

Prima, durante e dopo tali attività (per le quali può essere mobilitato un Plotone o l’intero Squadrone), allo scopo di evitare accavallamenti e duplicazioni di servizi, il raccordo informativo tra Comando Squadrone e Comandi Territoriali competenti coordinato dal Vice Comandante della Legione, è ininterrotto; ogni informazione raccolta è collezionata, catalogata e condivisa con i Reparti che mappano l’area di operazioni memorizzando bivacchi, passaggi, piantagioni di canapa, scovando botole e cunicoli che, dissimulati da mobili ad incasso o pareti fittizie, conducono a bunker atti ad ospitare latitanti.
Questi tuttavia, per ribadire il loro potere, ultimamente tendono a rifugiarsi nelle proprie località di provenienza.

Equipaggiamento I Cacciatori operano molto spesso in contesti ambientali estremamente duri e caratterizzati tanto da terreni accidentati quanto da condizioni atmosferiche decisamente ostili, ogni operatore e’ quindi munito di vestiario ed equipaggiamento individuale che ne assicuri sopravvivenza ed efficienza in tutte le condimeteo, si va da combinazioni in Gore Tex ad attrezzature da arrampicata.
Nel corso delle missioni POA, si impiegano apparati per osservazione diuturna muniti di zoom estremamente potenti che possono essere applicati a dispositivi di ripresa foto e video sia ottici che digitali ma non e’ escluso che vengano adoperate apparecchiature di rilevazione termica, molto utili in un ambiente spesso caratterizzato da folta vegetazione.
Per la sorveglianza a distanza di aree sensibili, lo Squadrone ha a propria disposizione anche radar e sismografi campali nonché un’ ampia gamma di strumenti per autorilevamento e designazione topografica di punti a distanza che comprende ricevitori satellitari, strumenti barometrici, magnetici, ottici e telemetri laser.
Per quanto attiene l’armamento, il Reparto dispone di materiale tipico di unita’ da ricognizione a medio-lungo raggio ed interventi in spazi ristretti:

pistola Beretta 92 FS in cal. 9; pistole mitragliatrici Beretta M12S ed Heckler & Koch MP5 A5 ed SD3 tutte in cal. 9; fucile semi automatico Franchi SPAS 15 MIL cal. 12;
fucile d’assalto Beretta ARX 160-A3 in cal. 5,56 NATO, le cui dimensioni ridotte lo rendono adatto all’utilizzo su aeromobili.

A ciascuna delle armi di cui sopra possono essere applicati (mediante classiche slitte Picatinny) sistemi di puntamento laser, mirini star light ed olografici per combattimento ravvicinato (come l’ EOTech 511) nonché sistemi di puntamento a luce bianca.
I tiratori scelti hanno in dotazione fucili di precisione quali:

Accuracy International AW Sniper in cal.308 Winchester silenziato;
Mauser mod 66SP in cal 308 Winchester.

Per le irruzioni, gli operatori fanno uso di granate flashbang, metal detector e vari sistemi di protezione passiva quali giubbotti, elmetti e scudi balistici; probabile l’uso di cariche a cornice da sfondamento e telecamere a fibra ottica per osservazione ambienti interni.
Quanto alla mobilità, il 12° NEC dispone di elicotteri multiruolo AB-412 idonei al volo notturno; il parco mezzi dello Squadrone e’ attualmente dotato di:

Isuzu D-Max;
Jeep Renegade;
Subaru SW per spostamenti rapidi.

Per quanto riguarda le comunicazioni e’ operativo un sistema che fa capo, con gruppo di canali separato, alla rete di trasmissioni utilizzata dall’Arma sia mediante apparati montati su automezzi ed aeromobili che tramite radio portatili di ultima generazione, con possibilita’ di utilizzo in viva-voce, corredate di auricolare e PTT anulare (in pratica un tasto tramite il quale è possibile comunicare con l’interlocutore ma che, se non azionato, consente di interloquire con gli astanti escludendo quest’ultimo).
Gli operatori hanno comunque facoltà di interfacciarsi con altri Reparti dell’Arma con cui si trovassero ad agire essendo questi apparati equipaggiati con dispositivi che consentono il transito su tutti gli altri gruppi di canali.

Credits L’autore ringrazia Comandante e personale dei “Falchi” per il cortese supporto.

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